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Speciale energia: l’Algeria potrebbe rivedere l’investimento nella raffineria di Augusta

Algeri, 28 gen 2020 14:30 - (Agenzia Nova) - Con l’uscita di scena di Abdelaziz Bouteflika come presidente della Repubblica e di Abdelmoumen Ould Kaddour come amministratore delegato della compagnia energetica nazionale Sonatrach, l’Algeria è chiamata a sciogliere una serie d’importanti nodi tra i quali quello dell’investimento effettuato nel 2018 per l’acquisto della raffineria di Augusta, in Sicilia. L’attuale primo ministro, Abdelaziz Djerad, aveva già criticato l’acquisizione dell’impianto dal gigante statunitense ExxonMobil prima della sua nomina alla guida del governo. In un messaggio postato sul suo profilo Twitter personale, Djerad si era spinto fino a chiedere l’apertura di un’inchiesta per determinare le ragioni dell’affare. Anche la stampa algerina aveva all’epoca criticato duramente l’acquisizione parlando di “scandalo” e di “truffa”, al contrario di Ould Kaddour che nel contempo definiva “straordinario” il prezzo al quale Sonatrach aveva comprato la raffineria. Questa settimana sulla questione sono tornati i più importanti organi d’informazione algerini. Tra questi il quotidiano in lingua araba “El Watan”, che ha ricordato l’onerosità dell’affare e ha definito l’acquisto della raffineria siciliana “un rischio”. “Gli italiani sono rimasti sorpresi per la fretta con cui Sonatrach ha voluto acquistare un impianto per il quale ExxonMobil cercava invano un acquirente dal 2015”, osserva il quotidiano ricordando anche “l’obsolescenza della struttura”, i debiti e “le ingenti somme di denaro necessarie per rendere la raffineria conforme agli standard ambientali minimi”. La rivista francese “Petrostrategies”, nel suo ultimo numero, ha individuato in 725 milioni di dollari la cifra spesa da Sonatrach per l’acquisto della settantenne raffineria di Augusta. “Inoltre, vanno considerate le spese per portare l’impianto a norma dal punto di vista ambientale (in particolare per la decontaminazione del suolo). Bisogna anche tener conte delle scorte di prodotti che non appartengono più alla raffineria. In totale, il costo effettivo supererebbe di molto il miliardo di dollari. Per non parlare dei futuri investimenti necessari e delle perdite operative, perché la fabbrica acquistata è strutturalmente in perdita”, osserva la testata. Secondo la stessa fonte, “Sonatrach ha persino dovuto ricorrere a un prestito da 250 milioni di dollari dall’istituto Apicorp, con sede in Arabia Saudita, per la manutenzione dell’impianto e per l’acquisto del greggio saudita necessario al funzionamento della raffineria”. Sempre “Petrostrategies” critica la logica industriale dell’acquisizione, perché “Augusta è stata progettata per la lavorazione di un petrolio greggio di densità media e pesante, non per il greggio leggero che produce l’Algeria”. I dirigenti di Sonatrach avevano giustificato l’affare evidenziando come l’Algeria importi 3 milioni di tonnellate l’anno di prodotti raffinati e promettendo che Augusta avrebbe ridotto il deficit trasformando il greggio algerino. La stessa compagnia si era anche impegnata con ExxonMobil a utilizzare la raffineria per la produzione di lubrificanti per un periodo di dieci anni. (Ala)
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