TURCHIA-LIBIA

 
 

Turchia-Libia: “Anadolu”, accordo su confini marittimi per prevenire azioni unilaterali nel Mediterraneo

Ankara, 03 dic 2019 09:45 - (Agenzia Nova) - La Turchia e il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite per la Libia hanno firmato un memorandum sui confini marittimi per prevenire qualsiasi fatto compiuto nel Mar Mediterraneo. È quanto afferma un editoriale pubblicato questa mattina dall’agenzia di stampa governativa turca “Anadolu”, nel quale vengono delineate le specifiche del contestato accordo sottoscritto lo scorso 27 novembre a Istanbul dal presidente Recep Tayyip Erdogan e dal premier del Governo di accordo nazionale libico (Fayez al Sarraj). “L'accordo, Restriction of Marine Jurisdictions, ha determinato una parte delle giurisdizioni marittime turche nella regione e mira a rafforzare la cooperazione tra Ankara e Tripoli”, si legge nell’editoriale di "Anadolu", nel quale si ricorda che la Turchia ha “sempre contestato le trivellazioni unilaterali dell'amministrazione greco-cipriota nel Mediterraneo orientale, affermando che la Repubblica turca di Cipro del Nord (Trnc) vanta diritti sulle risorse nell'area”. Prima dell'accordo, prosegue l’articolo, “la Turchia aveva ripetutamente invitato tutte le parti a negoziare un consenso basato sull'equità e resta aperta al dialogo”. Ankara sostiene che l'amministrazione greco-cipriota non ha il diritto di negoziare e concludere accordi internazionali da sola e per conto di tutta l'isola. Nell’editoriale si legge che la Turchia, in quanto nazione garante della Trnc, “sta attualmente svolgendo attività di esplorazione di idrocarburi nel Mediterraneo orientale all'interno dei confini della piattaforma continentale della Trnc. Dalla primavera di quest'anno, Ankara ha inviato due navi perforatrici - la Fatih e più recentemente la Yavuz - nel Mediterraneo orientale, affermando il diritto della Repubblica di Cipro nord alle risorse energetiche nella regione.

L’accordo sottoscritto con Tripoli è stato fortemente condannato dalla Grecia, Cipro ed Egitto. I ministri degli Esteri dei tre paesi, l’egiziano Sameh Shoukry, il greco Nikos Dendias e il cipriota Nikos Christodoulides, hanno avuto una conversazione telefonica lo scorso 28 novembre per discutere la situazione. Secondo quanto riferito dalla diplomazia egiziana in una nota “i tre ministri hanno stabilito che gli accordi non hanno effetti legali e non vanno riconosciuti dai paesi rivieraschi del Mediterraneo in alcun caso”. “Ankara sta tentando di trasmettere il messaggio che la Grecia non ha una piattaforma continentale basandosi su presupposti “illegali”, ha dichiarato ieri il ministro greco degli Esteri Nikos Dendias all’emittente televisiva “Skai”, poche ore dopo che il ministero degli Esteri turco ha rilasciato una dichiarazione in cui si contesta l'esistenza della piattaforma continentale di Castelrosso nell'Egeo meridionale. "Ci sono dozzine di decisioni degli organi giurisdizionali che sostengono l'esatto contrario di quanto dichiarato dalla Turchia", ha affermato Dendias aggiungendo che la Ankara si starebbe nascondendo dietro il fatto di non aver firmato il trattato sulla legge del mare e di invocare "fatti infondati” nel contesto di negoziati con la Grecia.

Per quanto riguarda l'accordo siglato tra Turchia e Libia, che delinea le zone marittime, il capo della diplomazia ha rilevato che è “molto probabile” che l'accordo violi l’embargo imposto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla fornitura di armi alla Libia. Il ministro ha aggiunto che il premier del Gna, Fayez al Sarraj, “non ha l'autorità” per firmare accordi e ritenendo “improbabile” che il parlamento libico ratifichi l'accordo. Dendias ha affermato che sia l'attuale governo che il suo precedente predecessore di sinistra erano a conoscenza dell’esistenza di un protocollo d'intesa tra Turchia e Libia. Tuttavia, ha ricordato ancora il ministro degli Esteri greco, che quando ha affrontato l'argomento con la sua controparte libica, Mohamed Siyala, a settembre, quest'ultimo aveva riconosciuto che, sebbene fossero in corso discussioni, un simile accordo sarebbe stato problematico e non poteva essere firmato.

Il capo della diplomazia ellenica ha inoltre sottolineato che se l'ambasciatore della Libia in Grecia non presenterà alle autorità una copia del contestato documento entro venerdì 5 dicembre, il diplomatico sarà dichiarato “persona non grata” e quindi espulso dal paese. Per quanto riguarda, invece, la decisione arrivata ieri durante un incontro al Cairo con l’omologo egiziano, di accelerare per la delimitazione delle rispettive Zone economiche esclusive, Dendias ha chiarito che non è si è trattata di una reazione istintiva alle azioni della Turchia. "La Grecia non collega le sue strategie diplomatiche a ciò che fa la Turchia", ha detto ancora Dendias. "Abbiamo avuto 10 round (di colloqui) con l'Egitto sulla delimitazione della sua Zee e nel contesto dell'esame degli sviluppi abbiamo deciso di accelerare il processo”, ha concluso.

Dendias ha chiesto inoltre l'ambasciatore della Libia in Grecia, Maiza K.Y. Gzllal, di presentare una copia dell'accordo che il Governo di accordo nazionale di Tripoli ha firmato con la Turchia sui confini marittimi entro il 5 dicembre. Nel caso in cui il diplomatico non consegni entro il termine richiesto il documento, “rischia di essere espulso dal paese”. Secondo quanto riportato dalla stampa ellenica, i colloqui tra Ankara e Tripoli per stabilire i confini marittimi sarebbero stati avviati a luglio. La prossima settimana, Dendias solleverà la questione in una serie di incontri che terrà con controparti di paesi con influenza nella regione a margine del vertice Nato e dell’Osce. (Res)
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