CILE

 
 

Cile: governo ecuadoriano conferma morte connazionale nelle proteste

Santiago del Cile , 21 ott 2019 19:33 - (Agenzia Nova) - C’è anche un cittadino ecuadoriano tra i morti nei disordini registrati in Cile nel fine settimana. La conferma è arrivata oggi dal consolato ecuadoriano nel paese, che ha chiesto alle autorità cilene un’indagine esaustiva per accertare le responsabilità del decesso. Secondo quanto scrive il quotidiano “El Universo” l’uomo, di nome Romario Wladimir Veloz Cortez, è stato raggiunto da un proiettile al torace mentre di trovava nel comune di La Serena, nella regione di Coquimbo. Anche i governi di Colombia e Perù hanno confermato la morte di un loro connazionale nei disordini.

Secondo la delegata del governo nella regione di Santiago, Karla Rubilar, sono undici i morti registrati nel contesto dei disordini. Di questi otto decessi si sono avuti nell’ultima giornata di proteste nella regione, domenica 20 ottobre. Cinque persone sono morte nell’incendio di una fabbrica nel comune di Renca; due nell’incendio di una succursale di Construmart nel comune di La Pintana e uno nell’incendio di un supermercato nella zona di Matucana. A questi si aggiungono tre persone morte sabato nell'incendio di un supermercato a San Bernardo, sempre nella regione metropolitana di Santiago. Secondo l'Istituto nazionale dei diritti umani (Indh) altre 44 persone risultano ferite, di cui nove in modo grave, e 283 persone sono state arrestate nell'ambito delle proteste.

L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet, ha esortato il governo cileno e i rappresentanti della società civile ad avviare un dialogo per evitare la “polarizzazione” e ha chiesto un indagine indipendente sulle violenze registrate nel paese negli ultimi giorni. “Sono molto preoccupata e triste di vedere violenza, distruzione, morti e feriti in Cile negli ultimi cinque giorni. È essenziale che tutti gli atti che hanno causato lesioni e morte, sia da parte delle autorità che dei manifestanti, siano soggetti a indagini indipendenti, imparziali e trasparenti", ha affermato l'ex presidente cileno in una nota. Bachelet si è inoltre detta preoccupata per le denunce di alcuni detenuti, che avrebbero subito maltrattamenti in carcere e a cui sarebbe stato negato l’accesso a un avvocato.

L'Indh ha annunciato oggi di avere avviato undici diverse azioni legali riguardanti l'azione della polizia e dell'esercito nel contesto della forte protesta sociale scoppiata nel fine settimana in tutto il paese. "Si tratta di otto querele (sette contro la polizia ed una contro l'esercito) oltre a tre ricorsi a favore della difesa delle persone" chiarisce l'Indh sul suo profilo Twitter. Il direttore dell'istituto, Sergio Micco, ha dichiarato inoltre che "un'equipe di oltre 100 persone dell'Indh è presente sul terreno in tutto il paese", e che fino ad ora sono stati visitati oltre 36 commissariati. Membri del team sono inoltre presenti in diversi ospedali e nei principali luoghi pubblici. L'istituzione afferma che gran parte dei detenuti denunciano un uso eccessivo della forza da parte delle autorità. Secondo Micco "le forze armate non sono preparate per interagire con la cittadinanza ma solo per situazioni di guerra".

Le proteste nel paese sono scattate all'indomani della decisione di aumentare il costo del biglietto del trasporto pubblico. A seguito dei duri scontri registrati tra forze dell'ordine e le migliaia di manifestanti scesi in piazza, con la devastazione tra l'altro di diverse stazioni della metropolitana nella capitale, il governo del presidente Sebastian Pinera ha decretato sabato scorso lo "stato d'emergenza" nelle province di Santiago e Chacabuco. Nelle prime ore di domenica Pinera aveva annunciato la sospensione del decreto sull'aumento del prezzo della metropolitana. "Ho ascoltato umilmente la voce della gente e non avrò paura di continuare a farlo, perché è così che si costruiscono le democrazie. Ho deciso di sospendere l'aumento (del costo) della metropolitana, cosa che richiederà la rapida approvazione di una legge, fino a quando non avremo concordato un sistema che protegga meglio i nostri connazionali", ha scritto il capo dello stato sul suo account Twitter ufficiale. Il provvedimento non è tuttavia riuscito a fermare i disordini.

In una breve conferenza stampa rilasciata domenica sera, Pinera ha detto che il paese si trova "in guerra contro un nemico potente e implacabile che non rispetta nessuno". Circondato dallo stato maggiore dell'esercito, Pinera ha parlato della possibilità che dietro le proteste ci siano responsabili "dotati di una struttura e di una logistica propri di una organizzazione criminale". Il presidente ha quindi difeso l'attuazione dei 9500 militari spiegati per il rispetto del coprifuoco indetto nelle maggiori città del paese a partire dalla capitale Santiago. "Hanno l'appoggio del governo e dell'immensa maggioranza dei cileni", ha detto. Nel frattempo è terminato alle 6 della mattina ore locali (le 11 in Italia) il coprifuoco disposto in alcune zone del Cile. La misura, valida dalle 22 alle 7 (ora locale), era stata proclamata sabato per nella città metropolitana di Santiago del Cile, e nelle province di Valparaiso, Coquimbo, Biobio e Antofagasta. Resta invece in vigore lo stato d'emergenza. (Abu)
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