Hong Kong, 20 set 2019 04:36 - (Agenzia Nova) - Le legislature straniere non dovrebbero interferire in alcun modo negli affari interni della Regione amministrativa speciale di Hong Kong. Lo ha dichiarato ieri il portavoce del governo cinese ad Hong Kong, che ha risposto alla richiesta dei manifestanti rivolta al Congresso degli Stati Uniti di approvare il disegno di legge "Hong Kong Human Rights and Democracy Act". Il portavoce ha affermato che dal ritorno di Hong Kong alla Cina, la città ha esercitato il principio "Hong Kong amministrata da persone di Hong Kong", e goduto di un alto grado di autonomia in stretta conformità con la Legge fondamentale. Il principio "un paese, due sistemi" è stato applicato pienamente e con successo. Il portavoce ha ribadito che i diritti umani e le libertà di Hong Kong sono integralmente protetti dalla Legge fondamentale, dall'ordinanza sulla legge dei diritti e da altre ancora.
"Il governo della città attribuisce grande importanza a tutti questi capisaldi, ed è determinato a salvaguardarli", ha rimarcato il portavoce. Le azioni di contrasto della polizia sono tese a ripristinare l'ordine pubblico il più presto possibile e a proteggere la vita e la proprietà dei cittadini nel loro complesso. Il governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong ha ribadito che sostiene pienamente la polizia nel far rispettare rigorosamente la legge e consegnare i trasgressori alla giustizia, ha aggiunto il portavoce. Il governo rispetta le libertà e i diritti di riunione, manifestazione ed espressione. La polizia continuerà a facilitare pienamente lo svolgimento di eventi pubblici pacifici e razionali da parte di membri del pubblico, ha sottolineato il funzionario.
Il ministero degli Esteri cinese ha accusato ieri la leader del Congresso degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, di aver formulato osservazioni irresponsabili sulle proteste democratiche ad Hong Kong, un giorno dopo aver incontrato gli attivisti in Campidoglio. Lo riferisce il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang, secondo cui "Pelosi e altri legislatori statunitensi hanno confuso il concetto di giusto e sbagliato impegnandosi con ciò che i separatisti di Hong Kong". "Sollecitiamo gli Stati Uniti a smettere di sostenere le forze violente radicali di Hong Kong che lottano a favore dell'indipendenza di Hong Kong, e di smettere di intensificare le azioni che minano la prosperità e la stabilità della città", ha dichiarato Geng. Secondo quanto riferito dalla stampa internazionale, Pelosi, portavoce democratico della Camera dei Rappresentanti, è stata raggiunta dai legislatori repubblicani in una conferenza stampa mercoledì 18 settembre con attivisti democratici tra cui Joshua Wong e la cantante pop Denise Ho. Pelosi si sarebbe schierata dalla loro parte e a favore della richiesta di elezioni pienamente democratiche e li avrebbe ringraziati per "aver sfidato la coscienza" del governo cinese e del mondo.
Geng ha affermato che Hong Kong è una questione interna cinese e che Pechino non accetta interferenze nei suoi affari interni. "Sollecitiamo fortemente gli Stati Uniti a rispettare la sovranità della Cina, smettere di interferire negli affari di Hong Kong in qualsiasi forma e di promuovere la revisione delle pertinenti proposte relative a Hong Kong", ha affermato il portavoce. Le commissioni del Congresso degli Stati Uniti inizieranno a votare la prossima settimana un disegno di legge a sostegno dei diritti umani a Hong Kong. Secondo quanto riferito dalla stampa internazionale, la legislazione richiederebbe valutazioni annuali per stabilire se la città sia sufficientemente autonoma da Pechino. Richiederebbe inoltre al presidente di riferire al Congresso e di imporre sanzioni alle persone responsabili di "rapire e torturare" attivisti per i diritti umani. La portavoce della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, ha tenuto ieri, 18 settembre, una conferenza stampa con alcuni deputatibipartisan e attivisti di Hong Kong, a sostegno dell'"Hong Kong Human Rights and Democracy Act" del 2019. L'amministrazione Trump non ha però ancora dichiarato se avrebbe sostenuto la legislazione alla luce dei negoziati con la Cina per risolvere la guerra commerciale.
L'attivista pro-democrazia Joshua Wong, uno dei leader delle proteste anti-governative in atto a Hong Kong dallo scorso giugno, ha esortato martedì 17 settembre i legislatori statunitensi ad introdurre provvedimenti di legge per una revisione annuale dello status speciale che concede all'ex colonia britannica privilegi di natura economica e commerciale. Pechino, ha detto Wong durante una audizione di fronte alla commissione sulla Cina del Congresso federale Usa, non dovrebbe poter "raccogliere i benefici economici derivanti dall'autorevolezza globale di Hong Kong" e al contempo continuare ad operare una "erosione delle nostre libertà". Wong ha descritto lo stato dell'autonomia di Hong Kong – prerequisito per lo status speciale concesso dagli Usa – come un prodromo del collasso di "un paese, due sistemi", il principio cardine su cui poggia la convivenza tra l'ex colonia britannica e Pechino. "Il governo Usa e le altre democrazie devono porre i funzionari cinesi e di Hong Kong di fronte alle loro responsabilità, per il fallimento nel tener fede ai loro impegni" ha dichiarato durante l'audizione il senatore repubblicano Marco Rubio. "Gli Stati Uniti e altri paesi hanno opzioni proprio perché Pechino trae beneficio dallo statuto speciale di Hong Kong".
Le attività commerciali e le stazioni della metropolitana di Hong Kong hanno riaperto regolarmente lunedì mattina, dopo un altro fine settimana segnato da scontri violenti tra manifestanti anti-governativi e forze dell'ordine. Migliaia di manifestanti – molti vestiti di nero e dal volto coperto – hanno ingaggiato domenica una guerriglia con gli agenti di polizia, che hanno fatto uso di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e cannoni ad acqua. I manifestanti hanno gettato molotov contro le sedi di alcune agenzie governative. La Polizia ha diffuso un comunicato questa mattina, esprimendo una "severa condanna" delle proteste di ieri: stando al comunicato, le violenze sono state innescate dall'attacco di 20 "manifestanti radicali" contro due funzionari delle forze dell'ordine.
Le autorità hanno arrestato nei giorni scorsi 125 uomini e 32 donne di età compresa tra 14 e 63 anni. I loro reati includono danni penali, possesso di armi offensive, aggressione alla polizia, disprezzo della corte e assemblee illegali. Sei di loro sono stati formalmente incriminati e sono comparsi in tribunale. Il vicecapo dei vigili del fuoco Chan Derek Armstrong ha dichiarato che il suo dipartimento ha ricevuto 23 segnalazioni di incendi relative alle riunioni pubbliche da venerdì a domenica, compreso il rogo provocato dai manifestanti vicino all'uscita della stazione centrale della Mtr di domenica. Armstrong ha sottolineato che l'attitudine all'incendio doloso sta diventando un problema sempre più grave a Hong Kong e ha espresso la condanna del Dipartimento dei vigili del fuoco degli atti che hanno gravemente compromesso la sicurezza pubblica e le proprietà.
Migliaia di manifestanti hanno marciato domenica 8 settembre in direzione del consolato statunitense della città intonando l'inno nazionale Usa, per chiedere il sostegno dell'amministrazione del presidente Donald Trump nella lotta che da tre mesi li contrappone alle autorità locali."Presidente Trump, liberi Hong Kong", si legge negli striscioni portati dai manifestanti, che sono partiti dal parco pubblico di Chater Garden nel quartiere affaristico di Hong Kong e si stanno dirigendo verso il centro finanziario asiatico. Alcuni intonano l'inno statunitense. Secondo quanto riferito dal quotidiano "The Straits Times", nella lettera il gruppo ha chiesto che il Congresso degli Stati Uniti proponga un "Hong Kong Human Rights and Democracy Act 2019". Le proteste pro democrazia proseguono nonostante i tentativi del governo di Hong Kong di disinnescare la crisi ritirando mercoledì la controversa legge sulle estradizioni in Cina, una delle cinque richieste ufficiali avanzate dal movimento di protesta. (Cip)
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