GUATEMALA

 
 

Guatemala: presidenziali, nuovo stop a candidatura del'ex procuratrice generale

Città del Guatemala, 16 mag 2019 10:05 - (Agenzia Nova) - La Corte costituzionale del Guatemala ha reso ancora più remota l'ipotesi di una candidatura dell'ex procuratrice generale, Thelma Aldana, alla presidenza del paese. L'alta corte ha respinto con sei voti contrari e uno solo favorevole, l'ulteriore tentativo di Aldana - e del Movimento Semilla, il partito che la sostiene - di rendere inefficaci le obiezioni alla sua candidatura legate a presunti illeciti nelle contrattazioni di personale della procura generale. Una decisione destinata a rilanciare la serrata contrapposizione tra Aldana, pronta a rivendicare il ruolo di paladina della giustizia, e l'attuale presidente, Jimmy Morales, sulle politiche di contrasto al malaffare nel paese centroamericano. "È adesso chiaro che la lotta contro la corruzione e le strutture criminali nel nostro paese ha un costo molto alto per chi, come me, si decide a combatterla", ha scritto Aldana in un messaggio sul proprio profilo Twitter. Il paese andrà alle urne a partire da giugno per eleggere il presidente, il vicepresidente, i 160 deputati del parlamento, 20 rappresentanti del parlamento centroamericano, sindaci e consigli comunali dei 340 comuni. La prima convocazione sarà per il 16 giugno, l'eventuale secondo turno l'11 agosto.

Aldana aveva annunciato la candidatura il 20 marzo, parlando della volontà di proseguire la lotta che da magistrato aveva intrapresa contro la corruzione nel governo: "Il popolo guatemalteco farà tremare i corrotti", aveva scritto. A inizio aprile però il Tribunale supremo elettorale (Tsj) aveva fermato la corsa di Aldana per il suo coinvolgimento nelle indagini aperte sul suo conto. Una delle inchieste è anche alla base di un ordine di arresto ancora non eseguito, dato che Aldana è al momento in El Salvador. La Corte suprema di giustizia (Csj) aveva quindi respinto la richiesta di sospendere in via provvisoria la sentenza del Tsj, decisione confermata in appello mercoledì dalla Corte costituzionale. A disposizione di Aldana, nella intricata vicenda processuale, rimane il possibile appello alla Csj di sospensione in via definitiva del verdetto emesso dalle autorità elettorali. Strada che, riporta il quotidiano "Prensa Libre", non sembra avere grandi possibilità di successo.

L'ex procuratrice ha promosso processi importanti come quello che nel 2015 è costato il posto all'ex presidente Otto Perez Molina. Un lavoro quest'utimo, condotto in stretta collaborazione con la Commissione internazionale contro l'impunità in Guatemala delle Nazioni Unite (Cicig), agenzia cui il presidente Morales non ha rinnovato il mandato dando vita a una serrata polemica con risvolti internazionali. Ed è proprio con l'attuale capo dello stato che Aldana è da tempo impegnata in un vivace dibattito a distanza. La magistrato accusa Morales di essere parte delle forze che si oppongono alla lotta contro la corruzione, proprio per l'atteggiamento scelto nei confronti della Cicig.

La polemica sull'attività della Cicig si apriva il 7 gennaio con la decisione di Morales di mettere fine all'accordo istitutivo dell'agenzia. Una decisione contro cui venivano in tempi rapidi presentati diversi ricorsi presso la Corte costituzionale. L'alto tribunale decideva quindi di sospendere l'applicazione del provvedimento in attesa di verificarne i requisiti di legittimità. A sua volta, però, la Corte suprema di giustizia decideva di aprire un fascicolo su tre giudici costituzionali, accusati di aver ecceduto nelle loro funzioni.

Morales ha accusato la Cicig di negoziare "con sequestratori, assassini e terroristi", e chiesto alla procura nazionale di istruire un processo per violazione "dei diritti dei guatemaltechi". "La Cicig ha violato le leggi del Guatemala, le leggi internazionali, la Carta internazionale dei diritti umani delle Nazioni Unite e tutti i trattati in materia di diritti umani", ha detto Morales nel corso di una conferenza stampa alla presenza di un gruppo di persone che hanno denunciato presunti abusi sofferti per l'azione della commissione. Secondo il capo dello stato, la commissione ha "messo a rischio la sicurezza pubblica e la governabilità del paese, soprattutto con l'azione di Ivan Velasquez, che il governo del Guatemala ha deciso di non riconoscere più come commissario della Cicig su raccomandazione del Consiglio nazionale di sicurezza.

Il responsabile della Cicig, il colombiano Ivan Velasquez, ha risposto con una lettera indirizzata al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Velasquez ha ricordato che dal 2007, anno di insediamento dell'agenzia, la Cicig "ha lavorato con convinzione per soddisfare il suo mandato accompagnando le istituzioni nazionali nell'identificazione e disarticolazione dei corpi illegali e apparati clandestini di sicurezza". In omaggio a questo lavoro, che ha portato anche alla "promozione di riforme legale e istituzionali per impedire il ripetersi dei reati", la Cicig appoggiato "oltre cento casi dinanzi ai tribunali nazionali, la maggior parte dei quali di grande impatto, ha identificato oltre 60 strutture criminali complesse, ha ottenuto oltre 300 sentenze di condanna e promosso oltre 34 riforme legali". Il portavoce di Guterres, Stephane Dujarric, ha da parte sua ricordato che per l'Onu l'accordo rimane in vigore fino a settembre.

La Commissione internazionale contro l'impunità in Guatemala è stata creata il 12 dicembre del 2006 con un accordo approvato dal parlamento guatemalteco ad agosto del 2007. Si tratta di un organismo indipendente creato con lo scopo di appoggiare il pubblico ministero, la polizia nazionale e altre autorità investigative e giudiziarie nell'azione contro un ampio vasto numero di reati. L'idea di fondo è quella di fortificare le istituzioni individuando zone e gruppi criminali, contribuire al loro smantellamento e indicare buone pratiche per migliorare il sistema giustizia.

Il contributo della Cicig viene riconosciuto su una ventina di processi, tra cui quello conosciuto con il nome de "La Linea", che portò alla rinuncia di Otto Perez Molina e Roxana Baldetti rispettivamente dalle cariche di presidente e vice presidente del Guatemala. La Cicig, assieme all'ufficio del procuratore generale - all'epoca presieduto da Thelma Aldana -, aveva da ultimo chiesto alla Corte suprema di giustizia di togliere l'immunità al capo dello stato per poter procedere a un'indagine per un presunto reato di finanziamento illecito nella campagna elettorale del 2015. Lo scorso ottobre il parlamento guatemalteco ha respinto per la terza volta una richiesta di revocare l'immunità al capo dello stato perché possa essere sottoposto a un indagine. La mozione, che avrebbe dovuto contare su 105 "sì", è stata respinta con 79 voti contro i 39 favorevoli. (Mec)
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