ALBANIA

 
 

Albania: rafforzate misure di sicurezza davanti a ambasciata olandese

Tirana, 20 apr 2019 18:32 - (Agenzia Nova) - Sono state rafforzate oggi le misure di sicurezza davanti all'ambasciata olandese a Tirana, dopo che sono state annunciate alcune manifestazioni di protesta contro la decisione del parlamento dei Paesi Bassi che in settimana ha chiesto al governo di mettere fine al regime di esenzione dei visti per i cittadini albanesi nell'area Schengen. La decisione del parlamento dei Paesi Bassi di rivolgersi alla Commissione europea per chiedere la sospensione del meccanismo del regime di libera circolazione senza visti per i cittadini albanesi nell'area Schengen, a causa di una crescita della presenza della criminalità albanese, ha provocato in settimana duri dibattiti interni a Tirana. Il presidente della Repubblica Ilir Meta ha parlato di "un atto senza precedenti". Mentre per il leader dell'opposizione del centro destra si tratterebbe invece di "un chiaro messaggio politico di diffidenza nei confronti del governo" di centro sinistra del premier Edi Rama. Il ministero degli Esteri albanese ha spiegato però che non ci sarebbe nessun pericolo per il ripristino del regime dei visti, in quanto la legislazione dell'Unione europea prevederebbe chiari criteri per adottare tale misura, e questo non sarebbe il caso dell'Albania. Secondo il ministero degli Esteri, la decisione sarebbe stata presa piuttosto sugli effetti del clima delle prossime elezioni europee.

In un'intervista all'emittente televisiva pubblica "Rtsh", Meta ha dichiarato di "non essere a conoscenza di una provvedimento del genere nei confronti di un altro paese dei Balcani occidentali. Perciò è un campanello d'allarme per tutti noi, in modo da poter riflettere e dare messaggi più forti e più consistenti nella lotta alla criminalità organizzata, che rappresenta una preoccupazione non solo per i Paesi Bassi ma anche per altri paesi europei". A parere del capo dello Stato, "tale passo ci porta a pensare che certi risultati non possono essere dati per scontati per sempre e che possono essere messi a rischio se non rispettiamo i nostri obblighi", ha detto Meta, aggiungendo che "serve una forte riflessione e impegno, perché se ciò è successo con i Paesi Bassi, non possiamo escludere che non succeda anche con qualche altro paese".

Toni più duri quelli di Basha. "Non si tratta di un atto di razzismo nei confronti dei cittadini albanesi, ma di un atto politico nei confronti del governo" che a suo parere avrebbe favorito il rafforzamento delle organizzazioni criminali e il riciclaggio di denaro sporco nel paese. "E' la prima volta che succede che un paese il quale ha votato a favore della revoca dei visti, adesso torni a chiedere di riattivarli. E' il chiaro segnale verso uno Stato che non esiste e che è controllato dalla criminalità", ha detto Basha, aggiungendo che tale decisione "è la prefazione di quanto succederà con l'avvio dei negoziati di adesione. Un parlamento che vuole riattivare il regime dei visti, non potrà mai votare a favore dell'apertura dei negoziati di adesione", il prossimo giugno.

Secondo il ministero degli Esteri albanese, un paese membro potrebbe chiedere alla Commissione europea di avviare le procedure di sospensione del meccanismo di circolazione senza visti solo se si sono verificate delle precise condizioni, e che nel caso dell'Albania "non c'è niente del genere". Il ministero albanese ha spiegato che "alla luce dei fatti siamo convinti che la richiesta del parlamento olandese non potrà trovare sostegno alla Commissione europea", aggiungendo che l'immigrazione illecita degli albanesi verso i Paesi Bassi è in costante calo, e la sospensione viene attivata se c'è un incremento del 50 per cento. Anche i dati sulla criminalità sono in sensibile calo, mentre la cooperazione tra le autorità giudiziarie dei due paesi, come dichiarato anche dai funzionari olandesi, risulta eccellente".

A parere del ministero albanese degli Esteri, la decisione dei Paesi Bassi sarebbe avvenuta anche sotto l'effetto della campagna elettorale per le europee di maggio. "Il clima elettorale ha avuto, senza ombra di dubbia, il suo effetto. Anche se siamo dispiaciuti che l'Albania diventi parte dell'agenda politica dei partiti in gara, siamo convinti che al di la dell'orizzonte delle europee, i fatti verranno a prevalere sugli stereotipi elettorali". A favore della richiesta a rivolgersi alla Commissione europea sul caso dei visti, hanno votato 92 parlamentari, su 150 membri di cui è composta la Camera dei Rappresentanti. Il voto in aula è stato chiesto dai cinque forze politiche, di cui tre che fanno parte della coalizione di governo, sostenendo che il provvedimento sarebbe necessario per frenare il diffondersi della criminalità albanese.

"Le organizzazioni criminali albanesi sfruttando la liberalizzazione dei visti stanno ampliando la loro rete di traffici e contrabbando", si legge nella richiesta. Il governo olandese è stato contrario, sostenendo che si trattasse di una situazione che richiederebbe una maggiore cooperazione e scambio di informazione con le autorità albanesi. Il ministro degli Esteri Stef Blok avrebbe dichiarato di trovare "insensato tale provvedimento che solo complicherebbe le relazioni con l'Albania". Contrario anche il ministro dell'Interno e della Giustizia Ferdinand Grapperhaus, il quale ha visitato Tirana solo poche settimane fa. Nella capitale albanese Grapperhaus ha dichiarato che "i Paesi Bassi sostengono la prospettiva europea dell'Albania, la quale ha intrapreso passi importanti e incoraggiamo le autorità a proseguire su questa strada e dimostrare risultati tangibili", ha detto Grapperhaus, soffermandosi in particolare sulla riforma giudiziaria "un'impresa monumentale, per costruire quella giustizia che gli albanesi sperano di avere".

Il voto del parlamento dei Paesi Bassi potrebbe avvertire un parere negativo anche per l'avvio dei negoziati di adesione all'Unione europea dell'Albania, il prossimo giugno. Il governo olandese necessita anche dell'avallo del parlamento prima di esprimersi al Consiglio europeo. I Paesi Bassi insieme alla Francia sono stati scettici anche lo scorso giugno 2018, ed infatti la loro posizione ha inciso sulla decisione che ha rinviato la decisione finale per quest'anno. "Noi potremmo essere rigorosi ma siamo giusti nelle nostre posizioni. Noi vogliamo aiutare l'Albania a progredire", ha dichiarato a Tirana Grapperhaus, il quale non si e sbilanciato sulla futura decisione del suo paese, il prossimo giugno. "Dobbiamo prima aspettare il rapporto della Commissione europea, e poi decideremo. Vorrei comunque ribadire che da tutti i contatti che abbiamo avuto abbiamo notato che il governo e' impegnato per l'attuazione della riforma giudiziaria. Questo è un segnale positivo perché dimostra che il governo sta lavorando seriamente per mettere in atto quanto chiesto dalla Commissione europea", ha dichiarato Grapperhaus. (Alt)
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