SPECIALE DIFESA

 
 

Speciale difesa: India, Pulwama, tre terroristi, quattro militari e un agente uccisi in conflitto a fuoco

Nuova Delhi, 19 feb 2019 16:30 - (Agenzia Nova) - Il conflitto a fuoco di ieri nello Stato indiano di Jammu e Kashmir, nel distretto di Pulwama, a una decina di chilometri dal luogo dell’attentato della scorsa settimana contro il convoglio della Forza di polizia centrale di riserva (Crpf) in cui sono morti 40 agenti, si è concluso con la morte di tre terroristi, quattro militari e un agente di polizia. Tra le forze di sicurezza, inoltre, risultano undici feriti. Uno dei terroristi è stato identificato come Abdul Rasheed Ghazi alias Kamran, la presunta mente dell’attentato del 14 febbraio, rivendicato dall’organizzazione jihadista separatista Jaish-e-Muhammad (Jem): un cittadino pakistano, veterano della guerra in Afghanistan e stretto collaboratore del fondatore di Jem, Masood Azhar; specialista in ordigni esplosivi improvvisati, avrebbe addestrato l’attentatore suicida, Adil Ahmad Dar, un indiano di 22 anni affiliatosi l’anno scorso. Probabilmente il presunto ideatore dell’attentato è stato inviato nella Valle del Kashmir dopo che il nipote di Azhar, Usman Haider, è stato ucciso dalle forze di sicurezza, lo scorso ottobre; la notizia della morte di Ghazi è stata seguita da un annuncio di vendetta da parte di Jaish-e-Mohammed. Gli altri due terroristi sono stati identificati come Rashid Gazi alias Lukman, anche lui pakistano, e Hilal Ahmed, un militante locale. I militari caduti sono Vibhuti Shankar Dhoundiyal (maggiore), Havaldar Sheo Ram, Sepoy Ajay Kumar e Sepoy Hari Singh; l’agente di polizia Abdul Rashid Kalas. Il conflitto a fuoco, durato 17 ore, si è svolto presso il villaggio di Pinglena, circondato da una squadra mista comprendente uomini della Crpf; dei Rashtriya Rifles, divisione antisommossa dell’Esercito, e del Gruppo operazioni speciali (Sog) della polizia statale, sulle tracce di terroristi di Jem, che, secondo la ricostruzione ufficiale, hanno iniziato a sparare, provocando la risposta delle forze di sicurezza. Il tenente generale K. S. Dhillon ha tenuto una conferenza stampa in cui ha riferito che gli sforzi sono concentrati sulla caccia ai vertici di Jaish-e-Mohammed; ha avvertito che “chiunque prenda in mano un’arma sarà ucciso ed eliminato, a meno che non si arrenda” e ha esortato le madri di giovani militanti a convincerli alla resa. (Inn)
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