LIBIA

 
 

Libia: Onu condanna sgombero forzato degli sfollati Tawergha a Tripoli

Tripoli, 11 ago 2018 10:16 - (Agenzia Nova) - La missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil) ha condannato lo sgombero forzato degli sfollati Tawergha dalla capitale Tripoli da parte di un gruppo di miliziani appartenenti alla Brigata Ghnewa. "L'Onu in Libia condanna con fermezza l'azione contro le famiglie Tawergha sfollate nel campo di Tariq al Matar, che ora sono senza casa per la seconda volta in sette anni", si legge in una dichiarazione della missione. Secondo l’organizzazione non governativa Amnesty International, i miliziani della brigata Ghnewa hanno attacco il campo di Tariq al Matar, sede di oltre 500 famiglie sfollate dalla città di Tawergha nel 2011, in rappresaglia a un violento alterco tra giovani avvenuto circa due settimane fa nel campo degenerato nella morte di un membro della milizia armata. "Entrare in un campo di sfollati mentre la gente dorme, demolire le case e costringere le persone a fuggire, renderle senzatetto, viola la loro dignità e il loro diritto ad avere protezione ai sensi delle leggi umanitarie internazionali", ha dichiarato il rappresentante speciale al segretario generale delle Nazioni Unite per in Libia, Ghassan Salamé.

La missione Onu ha invitato le autorità libiche a "fornire rifugio e protezione agli sfollati, rilasciare quelli detenuti arbitrariamente e portare senza indugio i sospetti responsabili davanti alla giustizia”. La missione ha inoltre manifestato la volontà di fornire assistenza umanitaria alle persone colpite, lavorando con le autorità libiche per risolvere la crisi di tutti gli sfollati nel paese. L'Associazione delle famiglie dei martiri, delle persone scomparse e detenute di Tawergha ha confermato in una dichiarazione che "60 uomini armati e 20 veicoli di diverso tipo hanno effettuato un attacco armato contro il campo di Tariq al Matar". Gli uomini armati "hanno attaccato il campo e sono entrati all'alba, terrorizzando famiglie, donne, bambini e anziani, sparando indiscriminatamente e derubando senza rispetto".

Durante la rivolta del 2011, alcuni abitanti della città di Tawergha si sono alleati con le forze dell'ex leader libico Muammar Gheddafi contro i ribelli nella vicina città-Stato di Misurata, per poi fuggire in altre città dopo la caduta del regime. Il ritorno dei Tawergha è stato impedito dopo che i gruppi armati di Misurata hanno negato loro l'ingresso. Le due città vicine (separate da appena 40 chilometri) hanno firmato un trattato di pace che consente a quasi 40 mila abitanti di Tawergha di tornare nelle loro case dopo sette anni. Il Comitato nazionale per i diritti umani in Libia ha espresso profonda preoccupazione per l’intervento degli ufficiali di sicurezza del ministero dell’Interno, che avrebbe consentito l’assalto della milizia e arrestato alcuni sfollati. Il Comitato ha chiesto al governo di rilasciare i Tawergha detenuti, garantire la sicurezza degli sfollati, impedire che tali atti si ripetano e consegnare i responsabili alla giustizia. (Res)
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