Tunisi, 06 giu 2018 15:10 - (Agenzia Nova) - Una manifestazione ha avuto luogo nella città di El Hamma, nel governatorato costiero di Gabès, in segno di protesta contro il naufragio avvenuto la notte tra il 2 e il 3 giugno al largo dell’isola di Kerkennah, che con almeno 112 fra morti e dispersi è la più grave tragedia in mare del 2018 secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim). Sette giovani originari di El Hamma sono morti nel naufragio. I residenti della città hanno organizzato ieri sera una manifestazione per chiedere le dimissioni del governo, scadendo slogan come "Il popolo vuole la caduta del governo", "Assassini dei nostri figli, ladri del nostro paese", "Essebsi il tuo tempo è scaduto", in riferimento al presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi. Un’altra manifestazione, la seconda consecutiva, è stata organizzata anche nella città meridionale di Tataouine, dove diversi giovani hanno manifestato la loro rabbia chiedendo le dimissioni dell’esecutivo. Le autorità tunisine hanno recuperato questa mattina altri corpi del naufragio avvenuto la notte tra il 2 e il 3 giugno al largo dell’isola di Kerkennah, portando il numero delle vittime accertate a 66.
Lo ha reso noto il ministero dell’Interno del paese rivierasco attraverso una nota. Le operazioni di ricerca continuano con le unità della Guardia nazionale, dell'Esercito nazionale, della Protezione civile e dell’Agenzia delle dogane. L’ultima tragedia del mare avvenuta nel Mediterraneo Centrale ha causato dunque almeno 66 morti accertanti e un numero imprecisato di dispersi. Secondo Julia Black, responsabile dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) a Berlino, “l'incidente in Tunisia, con 112 morti, è il peggiore avvenuto nel Mediterraneo quest'anno”. A bordo della carretta del mare c’erano circa 180-200 persone, di cui 80 migranti irregolari di diverse nazionalità africane. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), da parte sua, ha espresso “profondo dolore e preoccupazione per l’elevato numero di persone che perdono la vita lungo la rotta del Mediterraneo centrale, che conta oltre 700 morti o dispersi nel 2018”. Il presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi, ha sottolineato pubblicamente la necessità di completare “nel più breve tempo possibile” le indagini per determinare le responsabilità sul naufragio di Kerkennah e di “rafforzare la lotta contro le migrazioni irregolari”.
Il governo tunisino, da parte sua, ha creato una commissione di crisi sull’incidente allo scopo di sostenere le famiglie delle vittime e garantire le cure ai sopravvissuti. Diversi funzionari di sicurezza, intanto, sono stati destituiti dal ministero dell’Interno in seguito al naufragio di Kerkennah avvenuto lo scorso fine settimana. Sono stati rimossi dall'incarico, in particolare, il capo del distretto di sicurezza nazionale a Kerkennah; il responsabile del servizio regionale dei servizi speciali a Sfax; il capo della brigata d’intelligence del distretto di Kerkennah; il titolare della polizia giudiziaria a Kerkennah; il capo della polizia giudiziaria a Sfax. Estromissioni anche nella Guardia nazionale, dove sono stati destituiti il capo distrettuale della Guardia nazionale di Sfax; il numero uno della brigata di ricerca e investigazione nel distretto di Sfax; il responsabile della Guardia costiera di Kerkennah; il titolare della sicurezza marittima a Sfax. Il ministero dell’Interno spiega che questi sono solo “le prime sanzioni” in attesa di “ulteriori azioni”. (Tut)
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