SPECIALE ENERGIA

 
 

Speciale energia: premier croato Oreskovic, serve discussione pubblica su trivellazioni nell'Adriatico

Zagabria, 03 mag 2016 14:15 - (Agenzia Nova) - Il governo croato "non è in questo momento pronto ad avviare il progetto dell'esplorazione di idrocarburi sui fondali dell'Adriatico". Lo ha dichiarato il premier di Zagabria Tihomir Oreskovic durante un'intervista all'emittente televisiva croata "Nova tv". Oreskovic ha affermato che in questo momento ci sono tre possibili settori sulla costa adriatica ma "è necessaria una larga discussione pubblica per capire in quale direzione ci muoveremo". Oreskovic si è dichiarato invece a favore della costruzione del rigassificatore sull'isola di Veglia (Krk) affermando che si tratta di "una delle principali priorità di questo governo". I progetti energetici per lo sfruttamento delle riserve di gas e petrolio nelle acque territoriali della Croazia nel Mar Adriatico "sono stati rimandati in modo da consentire al governo di portare a termine una serie di procedure" che precedono la firma degli accordi con le società coinvolte. Questa la spiegazione per la moratoria temporanea sui progetti di trivellazione nell’Adriatico, annunciata a gennaio dall'esecutivo di Zagabria, secondo quanto reso noto nei giorni scorsi dall’Agenzia croata degli idrocarburi. Il portale d’informazione “Balkan insight” sostiene che i due grandi progetti statali per sfruttare le risorse energetiche nei fondali delle acque territoriali della Croazia sono stati sospesi in attesa che il nuovo governo di centrodestra predisponga "tutti i documenti necessari per la firma dei contratti con le società straniere". L’Agenzia croata degli idrocarburi ha spiegato che la moratoria sui progetti è valida "per un periodo di tempo indefinito che dipende dall’espletamento di queste procedure". Alcuni rappresentanti dell’Agenzia croata degli idrocarburi hanno riferito a “Balkan insight” che sono in contatto quasi tutti i giorni con i rappresentanti delle società individuate per lo sfruttamento dei progetti, i quali sono “costantemente informati sui ritardi”.

Il precedente governo di centrosinistra, guidato da Zoran Milanovic, ha lanciato nel 2014 le prime gare per affidare le concessioni di sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas nell’Adriatico. Alle società sono state offerte 29 piattaforme di esplorazione: le società vincitrici dell’appalto dovrebbero beneficiare del diritto di esplorazione per tre anni, che potranno poi essere estesi fino a 25. Nel gennaio 2015 cinque società sono state scelte: la società croata Ina (con partecipazione della ungherese Mol al 49 per cento), la statunitense Marathon Oil, le italiane Eni e Medoilgas e l’austriaca Omv. I contratti avrebbero dovuto essere conclusi a marzo 2015, ma questi piani sono stati posticipati – secondo “Balkan insight” - anche a causa di alcuni reclami da parte dei paesi confinanti come Slovenia, Montenegro e Italia. Inoltre, a causa del contenzioso aperto sui confini delle acque territoriali tra Croazia e Montenegro, l’austriaca Omv si è tirata fuori dalla procedura per la firma di un contratto per la concessione di 7 lotti, in quanto si trovavano in un’area contesa tra Zagabria e Podgorica. Nel luglio 2014 è stata poi pubblicata dalla Croazia un'altra gara che si è conclusa con l’assegnazione dei diritti di esplorazione alla croata Ina, alla nigeriana Oando Plc e alla società canadese Vermilion Energy. Anche in questo caso, pur trattandosi concessioni per lo sfruttamento di giacimenti on-shore, la firma definitiva dei contratti è stata posticipata. A febbraio il nuovo ministro dell’Economia, Tomislav Panenic, proveniente dalla lista indipendente Most – parte della coalizione di governo a Zagabria – ha fatto sapere che la Croazia proseguirà con i progetti energetici on-shore, mentre quelli off-shore “bisognerà attendere”. (Zac)
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