SPECIALE ENERGIA

 
 

Speciale energia: Federmanager e Aiee, Italia deve puntare su strategia di lungo periodo che sostenga produzione ed efficienza

Roma, 23 mar 2017 14:15 - (Agenzia Nova) - La transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio in Italia dovrebbe seguire linee guida chiare che permettano al paese di raggiungere gli obiettivi posti dall’Ue per il 2030, puntando su efficienza energetica e sviluppo delle infrastrutture, senza trascurare però le fonti convenzionali. E’ questa la principale raccomandazione emersa dal dibattito che si è svolto ieri a Roma sullo studio "Una strategia energetica per l’Italia”, realizzato dalla Federazione nazionale dei dirigenti di aziende industriali (Federmanager) e dall’Associazione Italia Economisti dell’Energia (Aiee). Come ha spiegato il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, "all’Italia serve una strategia energetica di lungo periodo che sostenga l’imprenditoria e rilanci produzione e occupazione".

L'Italia è tra i paesi migliori dell'Ue in termini di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto agli obiettivi stabiliti per il 2020 ed è in ottima posizione anche per quanto riguarda il contributo delle fonti rinnovabili al mix energetico. Il nostro paese deve però prepararsi a uno scenario di medio e lungo termine che tenga conto, già da ora, degli obiettivi da raggiungere, soprattutto nel 2030. Lo ha detto Carlo Andrea Bollino, presidente presidente dell’Aiee. “Gli obiettivi del 2020 in termini di decarbonizzazione li abbiamo già raggiunti, anche grazie alla crisi economica - ha spiegato Bollino – ma lo scenario futuro è più problematico. L'obiettivo Ue per il 2030 è una riduzione delle emissioni del 40 per cento rispetto a quelle del 1990 e un contributo delle rinnovabili al mix energetico del 27 per cento. L'Italia, secondo le nostre proiezioni, potrebbe invece arrivare al 2030 con un contributo delle rinnovabili al mix energetico del 21 per cento”.

Secondo lo studio presentato da Bollino, uno scenario più realistico, in termini di riduzione delle emissioni, prevede in ogni caso di investire sul risparmio di energia nel settore residenziale. “Uno scenario più realistico prevede di rimanere più indietro nel settore industriale quanto a guadagni di efficienza energetica ed essere più in linea con gli obiettivi internazionali nel settore residenziale”, ha detto Bollino. “L'industria italiana ha fatto grandi progressi in termini di efficienza energetica e secondo la legge dei rendimenti marginali decrescenti è più difficile ottenere ulteriori traguardi rispetto al settore residenziale”.

"Dai risultati delle nostre rilevazioni – ha spiegato Sandro Neri, coordinatore della Commissione Energia di Federmanager - si evidenzia la grande opportunità di sviluppo connessa al raggiungimento dell’obiettivo del -40 per cento di emissioni di gas serra nel 2030". La prima opportunità rimane “l’effetto positivo per l’ambiente, a cui si aggiungono benefici per l’intero ciclo economico, in termini di riduzione della dipendenza energetica e della bolletta per il cliente finale". Per raggiungere gli obiettivi del 2030 in termini di riduzione delle emissioni di gas serra nel settore elettrico l’Italia dovrebbe investire dai 7 ai 14 miliardi di euro in più all’anno tra il 2021 e il 2030, ha detto ancora Neri. “Abbiamo tre anni per preparare la nostra industria e il nostro network aziendale”, ha aggiunto, sottolineando come gli investimenti richiesti non siano pochi rispetto a quelli attuali, ma “avranno comunque una ricaduta positiva”. Secondo lo studio, con un’accelerazione del processo di decarbonizzazione, l’Italia vedrebbe le proprie emissioni di anidride carbonica ridursi al 2030 di 94 milioni di tonnellate rispetto al 2015 (-28 per cento), e ciò genererebbe un risparmio di 1,5 miliardi di euro. Inoltre la dipendenza energetica dall'estero dovrebbe ridursi al 64 per cento nel 2030, con un risparmio di 3-4 miliardi di euro per la bolletta rispetto allo scenario tendenziale.

L’Italia è un paese efficiente, con reti elettriche altamente digitali e fa parte di un’Unione, quella europea, che ha il "privilegio e il vantaggio" di essersi data “gli strumenti più integrati e avanzati” in termini di raggiungimento dell'efficienza energetica, ha sottolineato il presidente di Assoelettrica, Simone Mori, nel suo intervento alla conferenza di presentazione dello studio di Federmanager e Aiee per la nuova Strategia energetica nazionale. “Dopo tutti gli errori del passato – ha spiegato Mori – abbiamo armonizzato i sistemi di sostegno alle rinnovabili, con un meccanismo efficiente. Siamo attrezzati per accompagnare un processo di transizione tecnologica che va avanti comunque da solo”. Parlando degli obiettivi stabiliti dall'Ue per il 2030, Mori ha ricordato che “non si può fare decarbonizzazione senza tenere conto dei consumi elettrici” e che è sbagliato contrapporre i combustibili fossili alle fonti rinnovabili. “Abbiamo perso tempo nella battaglia tra convenzionale e rinnovabile. Sono due mondi complementari. Non c'è possibilità di sviluppare le fonti rinnovabili in modo efficace se non c'è un sistema di mercato in cui le risorse convenzionali sono viste da complemento”, ha detto Mori.

Lo scopo del dibattito è comunque fornire suggerimenti per ottimizzare la nuova Strategia energetica nazionale (Sen). Un documento finale organico della nuova Strategia energetica nazionale (Sen) sarà sottoposto a consultazione pubblica a partire dalla seconda metà del mese di aprile, ha spiegato Giancarlo Toriello, supervisore dei processi di definizione della Sen presso il ministero dello Sviluppo economico. Toriello ha spiegato che la Sen sarà "una premessa del piano nazionale per il clima-energia", la cui prima bozza deve essere pronta entro fine anno. "La Sen 2017 si pone come obiettivo di traghettare il paese verso gli obiettivi di decarbonizzazione per il 2030 - ha detto Toriello -, di ridurre il differenziale di prezzo del gas e dell'elettricità rispetto a principali competitor, nonché di estendere gli obiettivi stabiliti in materia di sicurezza energetica anche alla rete del gas e a quella elettrica".

Toriello ha sottolineato come nell'elaborazione della Sen siano stati coinvolti organismi tecnici legati al ministero dello Sviluppo economico, come Gse e Rse. "Abbiamo espletato una fase di confronto con le associazioni di categoria del settore energetico e i principali stakeholder del mondo dell'energia. La scorsa settimana abbiamo anche tenuto un workshop con esperti internazionali", ha detto Toriello. "Ci sono temi chiave di cui tenere conto - ha detto ancora il dirigente del ministero - come l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili. Stiamo cercando di capire come calibrare un mix ottimale di interventi. Per le rinnovabili ci dobbiamo concentrare sugli usi (elettricità, trasporti e termico). Per quanto riguarda l'efficienza energetica dobbiamo capire qual è il mix ottimale sui settori soprattutto in termini di efficienza degli interventi. L'aspetto fondamentale da considerare è quello del rapporto ottimale costi-benefici. Occorre infatti salvaguardare la competitività delle imprese e i consumi delle famiglie".

La nuova strategia energetica nazionale che sarà presentata nel prossimo mese di aprile dovrà fornire linee guida chiare per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti dall’Ue per il 2030 e mettere insieme le esigenze ambientali e di sviluppo industriale, ha detto, da parte sua, Carlo Maria Medaglia, capo della segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente Maurizio Martina. "Il ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo economico stanno lavorando insieme su tutti i temi proposti (nello studio)", ha detto Medaglia, sottolineando come ci siano dei "parametri vincolanti" di cui tenere conto. "Stiamo lavorando anche con i nostri centri di ricerca, le nostre armi scientifiche e tecniche, con Gse, Rse, Enea per definire una strategia energetica chiara che non può andare fuori dalle linee del mercato solo per raggiungere numeri ma che permetta di seguire policy con vantaggi nel medio-termine e risultati nel lungo termine", ha aggiunto Medaglia. La nuova strategia energetica nazionale sarà sottoposta il mese prossimo a consultazione pubblica, ma, ha spiegato Medaglia, "i veri risultati li vedremo all'interno del piano clima-energia che presenteremo a fine anno per poi finalizzarlo nel 2018 e presentarlo infine a gennaio 2019 in sede europea".

Medaglia ha sottolineato che per evitare "multe" e sanzioni future bisogna prepararsi fin da ora, puntando sull'efficienza energetica. "Finora abbiamo potuto contare su una riduzione delle emissioni dovuta in gran parte alla crisi economica", ha spiegato Medaglia. "La policy deve essere visionaria prima e fiscale dopo, quando arriva al momento giusto. Se vogliamo incentivare le aziende a puntare sull'efficienza energetica, dobbiamo farlo ora, per ottenere il massimo delle risposte nel nostro sistema paese". Tra le proposte emerse durante la presentazione, la formazione di nuove figure professionali: "energy manager" che uniscano l'attenzione all'ambiente alle capacità e competenze nel settore energetico.

Dello stesso avviso il presidente di Federmanager, Mario Cardoni, secondo il quale è necessario puntare su figure qualificate. "La transizione verso un'economia a basso contenuto di carbonio deve essere accompagnata da una qualificata 'cabina di regia' - ha detto Cardoni al termine del dibattito - una guida unitaria a cui spetti la gestione dei nodi critici con una visione di lungo periodo e a cui Federmanager si propone di partecipare, mettendo a disposizione il proprio contributo di competenze manageriali". Il convegno di oggi ha visto anche la partecipazione di Gianluca Benamati e Vinicio Peluffo, della commissione Attività Produttive Camera dei Deputati, Gianni Pietro Girotto, commissione Industria del Senato, Giovanni Piccoli, commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali del Senato, Stefano Besseghini, presidente e Ad di Rse. (Gla)
ARTICOLI CORRELATI
 
 
 
 
 
 
 
 
 
TUTTE LE NOTIZIE SU..
GRANDE MEDIO ORIENTE
EUROPA
AFRICA SUB-SAHARIANA
ASIA
AMERICHE