SPECIALE DIFESA

 
 

Speciale difesa: segretario generale Nato Stoltenberg a Roma, guardiamo insieme a minacce su fronti est e sud

Roma, 27 feb 2015 15:15 - (Agenzia Nova) - Anche grazie al contributo “fondamentale” dell’Italia, la Nato è pronta ad affrontare le minacce provenienti dal fronte est, con una Russia sempre più “aggressiva”, e dai confini meridionali dell’Europa, dove prevale “caos e instabilità”. E’ quanto ha sottolineato nel corso dei suoi numerosi incontri istituzionali Jens Stoltenberg, ieri e oggi per la prima volta in visita ufficiale a Roma da segretario generale della Nato. Durante la prima giornata del soggiorno romano, Stoltenberg ha incontrato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; il premier Matteo Renzi; i ministri degli Esteri e della Difesa, Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti; i presidenti di Senato e Camera dei deputati, Pietro Grasso e Laura Boldrini. A chiudere la visita italiana, le tappe al Nato Defense College di Roma e al Comando della forza congiunta alleata di Napoli. Sul tavolo, tutte le più scottanti questioni di attualità. A partire dalla Libia, per la quale la Nato “esclude per il momento un intervento militare”. Una nuova operazione “non è all’ordine del giorno” e l’Alleanza “sostiene lo sforzo negoziale delle Nazioni Unite” e un processo politico “che passi per il cessate il fuoco e la formazione di un governo di unità nazionale”. Il segretario generale della Nato è tornato anche sull’operazione di “no-fly zone” condotta in Libia nel 2011. “Abbiamo fatto ciò che ci era stato chiesto di fare”, ha detto. “Il mandato delle Nazioni Unite era chiaro e il nostro obiettivo era quello di proteggere i civili dagli attacchi del regime”. “Dopo – ha aggiunto Stoltenberg – c’è stato poco impegno da parte della comunità internazionale sul fronte della ricostruzione. Dovevamo essere più presenti e la responsabilità ricade su tutti: dalle Nazioni Unite alla stessa Nato, passando per l’Unione europea”.

In questo contesto, la Nato “condivide la forte preoccupazione dell’Italia” per la crisi libica e ricorda come Roma abbia “un ruolo importantissimo” per reagire e affrontare le minacce provenienti dal fianco meridionali. Lo dimostra anche il fatto che l’Italia, come ha ricordato lo stesso Stoltenberg, metterà a disposizione la base di Sigonella, in Sicilia, per “permettere all’Alleanza di capire che cosa succede a sud dei nostri confini”. In ogni caso, il teatro di crisi del Mediterraneo deve restare al centro dell’attenzione della Nato, ed è un messaggio che quest’oggi è stato ribadito dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Non si tratta di un derby tra Ucraina e Libia. Certamente noi abbiamo una posizione strategica che ci fa sottolineare l'importanza strategica della crisi libica", ha aggiunto il titolare della Farnesina. Il monito è arrivato anche da Roberta Pinotti. “Abbiamo parlato a lungo della Libia e abbiamo sottolineato come la questione debba restare una priorità per tutti: il rischio di una Libia che va fuori controllo o che diventa terreno di espansione del terrorismo è grandissimo per tutti”, ha affermato il ministro della Difesa a margine del vertice con Stoltenberg. Il quale è tornato inoltre sul pericolo legato ai “foreign fighter”, o jihadisti di ritorno.

“Siamo stati testimoni degli attacchi terroristici di Parigi e Copenaghen e abbiamo visto quali siano i pericoli. Penso però che sia molto importante evitare i pregiudizi e cercare di avere un atteggiamento di massima accoglienza, combattendo il terrorismo senza creare ulteriore sfiducia e maggiore tensione nelle nostre società”, ha detto il segretario generale a margine dell’incontro con il ministro Pinotti. “Si tratta – ha concluso – di un messaggio importante: i francesi sono scesi in strada lanciando un messaggio molto chiaro, che parlava di tolleranza, della difesa della loro società libera e aperta, messaggio che possiamo mettere in pratica anche mentre combattiamo contro il terrorismo”. Grande attenzione anche alla questione ucraina. Il segretario generale della Nato ne ha parlato ampiamente con Matteo Renzi, che prossimamente sarà in visita a Kiev e Mosca. “La Russia ha fatto affluire sul fronte ucraino circa mille mezzi militari a sostegno delle operazioni dei ribelli e deve ritirarli per rispettare gli accordi assunti a Minsk”, ha dichiarato Stoltenberg al termine dell’incontro. “Siamo d’accordo sul fatto che gli accordi stretti a Minsk (con la mediazione del presidente francese Francois Hollande e del cancelliere tedesco Angela Merkel, ndr) siano la base per una soluzione pacifica e negoziata”. Il segretario generale della Nato ha affermato inoltre di aver accolto “con favore la riduzione degli scontri verificatasi nelle ultime settimane”, tornando tuttavia a chiedere a tutte le parti di rispettare il cessate il fuoco.

Dello stesso avviso Renzi, che ha sottolineato come la posizione dell’Italia sulla crisi ucraina sia in linea con quella di Francia e Germania e con quella espressa dal G7: “Vogliamo un cessate il fuoco che diventi pace alle condizioni degli accordi raggiunti a Minsk”. Quello condotto nella capitale bielorussa dal presidente francese Francois Holland e dal cancelliere tedesco Angela Merkel è stato un “negoziato fruttuoso e significativo”, ha detto Renzi, secondo cui l’obiettivo è ora “l’attuazione” di quegli accordi. Tuttavia, se Stoltenberg parla di una “Russia aggressiva” sul fronte orientale, il presidente del Consiglio invita Mosca a “tornare al tavolo della comunità internazionale”, dove “ha lavorato proficuamente fino al dossier siriano”. Soprattutto, per Renzi, la Russia può essere un interlocutore di grande importanza anche sullo scacchiere mediorientale, come dimostrano “i recenti contatti” del presidente Vladimir Putin con “attori chiave della regione come Egitto e Turchia”. Più dura, insomma, la posizione del segretario generale della Nato su Mosca. Nel corso della sua audizione alla commissione Difesa del Senato, Stoltenberg ha affrontato anche il tema dell’ingresso del Montenegro nell’Alleanza, ribadendo che “la Nato non accetterà alcun veto dalla Russia”. Il Cremlino “non può negare al Montenegro di diventare membro della Nato. Alcuni alleati possono portare argomenti contro l’ampliamento dell’Alleanza, ma la Russia è un paese terzo e non ha alcuna possibilità di intervenire nel dibattito”, ha detto Stoltenberg. La Nato, ha aggiunto, prenderà decisioni sull’adesione di Podgorica “più avanti”, ma di certo “non ci saranno veti da Mosca”.

Infine, i temi più strettamente legati alla difesa. “Se si vuole una Nato forte e in grado di proteggere i paesi membri da tutte le minacce – ha evidenziato Stoltenberg - occorre invertire la tendenza dei tagli alle spese militari”. Durante il proprio intervento in commissione Difesa al Senato, il segretario generale della Nato ha evidenziato i tre pilastri fondamentali per il rafforzamento delle capacità dell’Alleanza. In primis c’è la strategia di aumento delle capacità di difesa collettiva, che ha il suo cardine nelle forze di reazione rapida, in grado di essere attivate in 48 ore “per far fronte alle minacce provenienti sia dal fronte est che dalla sponda meridionale”. In questo contesto, ha spiegato Stoltenberg, rientra anche l’aumento delle capacità di “sorveglianza, intelligence e ricognizione”. “Capire e conoscere il quadro della situazione è fondamentale quando si affronta una situazione di instabilità e caos come quella in Nord Africa e Medio Oriente”. Il secondo elemento è costituito dagli aiuti a “vicini e partner”, che devono essere accompagnati a ricostruire un contesto di stabilità. Anche da questo punto di vista, Stoltenberg ha evidenziato come la Nato sia attenta sia al fronte est che ai confini meridionali.

Infine, il terzo pilastro. È necessario, secondo Stoltenberg, continuare a investire sulla difesa. “Molti politici preferiscono spendere in ricerca, sanità, infrastrutture. È comprensibile. Ma dobbiamo ricordare che senza sicurezza non raggiungeremo mai tanti dei nostri obiettivi: la difesa è importante per lo sviluppo economico”, ha evidenziato il segretario generale della Nato. Durante l’ultimo vertice dell'Alleanza in Galles, “abbiamo chiesto che vengano fermati i tagli perché poi si dia vita a un nuovo aumento delle spese”. Alcuni paesi, ha aggiunto tuttavia Stoltenberg, sono ancora lontani dall’obiettivo di destinare il due per cento del Pil alle spese in materia di difesa. “Se perseguiamo questi obiettivi, la Nato sarà in grado di difendere i propri membri e i propri alleati da qualsiasi minaccia e in qualsiasi momento”, ha sottolineato Stoltenberg. Su questo punto, Renzi in mattinata ha ricordato la propria proposta di "scomputare" le spese militari dai budget nazionali. Renzi ha ricordato di aver espresso la propria idea per la prima volta nel corso del vertice Nato di Cardiff, tre mesi fa. Molte cose sono cambiate da allora, ha osservato il presidente del Consiglio, ma “la mia proposta resta sul tavolo”. (Res)

"Desidero rivolgere a tutta la Redazione di Agenzia Nova e a coloro che hanno creduto in questo progetto editoriale, gli auguri da parte della Difesa e delle Forze Armate italiane"

Lorenzo Guerini
Ministro della Difesa
22 luglio 2021


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