New York, 05 giu 2015 15:15 - (Agenzia Nova) - La politica estera del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che fa del “soft power” e dell'impegno diplomatico i suoi principali strumenti operativi, affronta un test cruciale al summit del G7 che si terrà domenica a Elmau, nelle Alpi Bavaresi. I leader del gruppo delle sette Nazioni industrializzate devono fare i conti con un difficile scenario di crisi internazionale, dal sostegno della Russia ai separatisti ucraini all'avanzata dello Stato islamico in Siria e Iraq, dall'occupazione militare del Mar Cinese Meridionale da parte di Pechino sino alle difficili trattative tra la Grecia e i suoi creditori e ai negoziati internazionali sul programma nucleare dell'Iran. In questa agenda affollata dalle crisi, i capi di Stato dovranno trovare anche il modo di districarsi dalle questioni relative al clima e ai trattati di libero scambio che coinvolgono gli Stati Uniti, l'Unione Europea e le Economie del Pacifico. Più volte, nel corso dei suoi sei anni da presidente degli Stati Uniti, Obama ha indicato nelle alleanze, nell'azione collettiva e nell'attività delle istituzioni internazionali le chiavi per la risoluzione delle crisi. Secondo un editoriale di “Bloomberg News”, però, il volgere degli eventi internazionali “ha dimostrato i limiti di questo approccio”. Le sanzioni economiche e diplomatiche imposte alla Russia non l'hanno costretta a mutare politica in Ucraina. E proprio in Germania, paese che ospita il summit di domenica, un consorzio di 200 tra le maggiori imprese nazionali ha chiesto la rapida riammissione della Russia all'interno del G7; le sanzioni imposte alla Russia hanno danneggiato anche le economie europee, specie quelle dei paesi meridionali dell'Ue. Per il momento, Obama non intende ricorrere alle armi, ma solleciterà i suoi partner europei a non vacillare di fronte al peso economico delle sanzioni: “Le sanzioni richiedono tempo prima di influenzare i calcoli degli altri leader”, ha dichiarato Ben Rhodes, viceconsigliere per la sicurezza nazionale del presidente Usa, riferendosi al presidente russo Vladimir Putin. I limiti della strategia di Obama, però, appaiono con dolorosa chiarezza soprattutto in Medio Oriente, dove una campagna di raid aerei tardivi e poco incisivi hanno consentito allo Stato islamico di espandersi in Iraq e Siria e di consolidare la propria presenza in Libia, alle porte dell'Europa. (Res)
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