BOLIVIA

 
 

Bolivia: sondaggio presidenziali, candidato di Morales in netto vantaggio

La Paz, 17 feb 2020 11:29 - (Agenzia Nova) - Il candidato del Movimento al socialismo (Mas), il partito dell'ex presidente Evo Morales, è saldamente in testa all'ultimo sondaggio realizzato in vista delle presidenziali boliviane di maggio. Luis Arce, ex ministro delle Finanze dei governi Morales, vanta un 31,6 per cento, contro il 17,1 per cento dell'ex presidente Carlos Mesa, che si conferma - seppur di poco - capofila delle candidature di centrodestra. La corsa di Arce potrebbe però interrompersi ancora prima di partire: il tribunale elettorale dovrà a breve decidere se sono validi i documenti presentati per iscriversi alle elezioni del 3 maggio, in coppia con l'aspirante vicepresidente David Choquenhuanca, già ministro degli Esteri. Un controllo che deve subire anche lo stesso Morales, presentatosi come candidato al Senato per la provincia di Cochabamba. Al terzo posto, nel sondaggio realizzato dall'impresa CiesMori, si trova l'attuale presidente ad interim, Jeanine Anez, con il 16,5 per cento dei favori.

Il nuovo turno elettorale segue le contestate elezioni del 20 ottobre scorso, che hanno portato alle dimissioni del presidente Evo Morales, arrivate il 10 novembre su pressione delle forze armate. Il primo turno delle elezioni generali si terrà il 3 maggio. In caso di risultato definitivo già al primo turno, gli eletti entreranno in carica tra il 29 maggio e il 12 giugno. L'eventuale ballottaggio è fissato per il 14 giugno: in questo caso l'insediamento di presidente, vicepresidente, deputati e senatori, avverrà tra l'8 e il 22 luglio. Il secondo turno verrà convocato nel caso in cui nessuno dei candidati ottenga il 50 per cento più uno degli elettori o una differenza di dieci punti percentuali nei confronti del secondo candidato più votato.

Alla corsa per la presidenza si sono iscritti otto candidati. Il Mas schiera come detto il binomio composto dall'ex ministro delle Finanze Luis Arce e dall'ex ministro degli Esteri David Choquenhuanca. Un "ticket" deciso nel corso di una riunione tenuta a Buenos Aires alla presenza di Morales, che nella capitale argentina gode dello status di rifugiato politico, e dei vertici del Mas. La decisione di Morales ha dovuto superare la resistenze espresse dalla base del partito che, in un primo momento sperava nella candidatura di Choquenhuanca e di Andronico Rodriguez, giovane leader con ampio seguito nelle fasce più popolari, come vice. Alla fine, come riconosciuto dagli stessi candidati neosocialisti, ha prevalso la necessità di non radicalizzare troppo la proposta politica da opporre alla "destra". In questo senso i media hanno messo l'accento sulla figura del papabile presidente: il nome di Arce, per anni stretto collaboratore di Morales, è anche quello di un funzionario che da ministro delle Finanze può vantare anni di esercizi contabili in attivo e record di crescita economica nella regione.

Sul fronte del centrodestra, la candidatura più in vista è quella della presidente "ad interim" Jeanine Anez. Una "scesa in campo" duramente contestata da più esponenti dell'arco politico: come rimproverato nel passato allo stesso Morales, la corsa elettorale esercitata dal ruolo di presidente - pur legittima - consegna al candidato un vantaggio a danno della concorrenza. Critiche ancora più accentuate considerando il ruolo di capo dello stato "ad interim" non riconosciuto da tutti. Al fianco di Anez correrà l'imprenditore Samuel Doria Medina, che solo pochi giorni prima ne aveva attaccato la candidatura. Un presidente che si candida alla rielezione "è fortemente incentivato, e dispone delle risorse necessarie per cercare di manipolare i votanti e alterare il risultato elettorale" scriveva Doria Medina il 26 gennaio, invitando all'azione per impedire ad Anez di candidarsi.

Al voto si presenta anche Carlos Mesa, già alla guida del paese dall'ottobre del 2003 al giugno del 2005. Mesa era diventato presidente della Bolivia sostituendo Gonzalo Sanchez de Lozada, di cui era vice. Un avvicendamento dettato dalla cosiddetta "guerra del gas": si tratta di una serie di manifestazioni scatenate per la decisione di esportare il gas naturale a Usa e Messico attraverso i porti cileni. Una scelta criticata per il prezzo praticato alla risorsa, considerato troppo basso, e perché non teneva conto della necessità di soddisfare prima le necessità energetiche del paese. Mesa, a capo della coalizione Comunità cittadina (Cc), correrà con l'appoggio di Gustavo Pedraza, riproponendo il ticket arrivato secondo alle contestate elezioni del 20 ottobre.

L'opposizione "civica" a Morales è invece rappresentata dalla coppia Luis Camacho-Marco Pumari (coalizione Creemos), entrambi a capo di storiche piattaforme economico-sociali da sempre in dissenso con la politica dirigista del "socialismo del XXI secolo". Il sondaggio di domenica assegna alla coppia un 9,6 per cento dei potenziali voti. Camacho è stato anche uno dei protagonisti più in vista nel corso delle dure manifestazioni che hanno portato Morales ad abbandonare la presidenza prima e il paese poi. C'è poi Jorge "Tuto" Quiroga, presidente della Bolivia dall'agosto del 2001 all'agosto del 2002. Al suo fianco, Tomasa Yaruhi, la stessa che lo accompagnò in un nuovo fallito assalto alla presidenza, nel 2005. Quiroga si è distinto per i forti accenti polemici spesi contro il leader socialista e i suoi alleati nel breve periodo in cui ha dovuto rappresentare difendere il governo "ad interim" dalle accuse internazionali di violazione delle regole democratiche.

Ultimo nome considerato con chance di affermazione è quello di Chi Hyun Chung, pastore di origini sudcoreane oggia ccreditato al 5,4 per cento. Sostenuto dal partito Fronte per la vittoria (Fpv), Chung sarà accompagnato da Jasmine Barrientos, nipote dell'ex presidente René Barrientos Ortuno, nella carica di vicepresidente. Il cittadino di origini asiatiche si era già presentato alle ultime contestate elezioni, quelle che hanno aperto la crisi politica di fine 2019, ottenendo un inatteso terzo posto. "Sto entrando in questo percorso politico per trasformare e mettere a disposizione del paese i miei migliori servigi", ha detto Chang nella cerimonia di presentazione tenuta in una chiesa evangelica di La Paz.

Secondo quanto riportano i media locali, entro oggi le autorità elettorali riferiranno della legittimità delle carte presentate a supporto delle candidature, tra cui proprio quelle di Morales e Arce. Una volta ufficializzate le candidature sarà possibile avviare la campagna elettorale, ma solo in piazze a nei luoghi pubblici. La comunicazione politica sui media potrà iniziare 30 giorni prima del voto, fissato al 3 maggio, e nel rispetto del silenzio elettorale, 72 ore prima dell'apertura delle urne. Il Tse ha inoltre chiarito che i criteri di alternanza di genere nella presentazione delle candidature non riguarda gli aspiranti alla presidenza, ma solo nelle liste che si preparano per eleggere deputati e senatori. Una norma che potrà essere soddisfatta comunque al momento della stesura definitiva dell'ordine dei candidati, cosa che potrà farsi fino a poco prima del voto. (Brb)
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