Mosca, 14 giu 2018 20:38 - (Agenzia Nova) - La compagnia petrolifera russa Gazprom ha concordato con la Bolivia le principali condizioni del contratto di ricerca ed estrazione di gas e petrolio nella zona di Vitiacua. Ne dà notizia la compagnia russa in una nota citata dalla stampa locale. L'accordo è stato firmato dall'amministratore delegato di Gazprom, Andréi Fick, e dal vicepresidente dell'amministrazione di contratti e controllo Luis Poma, nel quadro dell'incontro tenuto oggi a Mosca alla presenza del direttore del consorzio energetico di Gazprom, Alexei Miller, e del presidente della Bolivia, Evo Morales. Le parti, aggiunge la nota, si sono impegnate a cooperare nell'attuazione dei progetti comuni per lo sviluppo delle riserve di idrocarburi in Bolivia e discusso delle prospettive per aumentare il volume di estrazione nel campo di Incahuasi, a sud-est del paese.
L'accordo segue le dichiarazioni del presidente russo Vladimir Putin, che ieri annunciava il possibile raddoppio della produzione di Gazprom in Bolivia. Putin e Morales si sono incontrati in occasione del viaggio del presidente boliviano per l'inaugurazione dei Mondiali di calcio. "Gazprom opera in due settori e produce 2.5 miliardi di metri cubi di gas: al momento sta studiando l'espansione della produzione, che potrebbe raddoppiare", ha detto Putin citato dall'agenzia stampa russa "Sputnik". Morales ha annunciato che la Bolivia lavora attualmente ad un nuovo progetto, sottolineando che le aree di produzione e difesa del gas sono le più importanti nella cooperazione russo-boliviana. Gazprom, in collaborazione con le filiali boliviane della francese Total e dell'argentina Tecpetrol, è coinvolta dal 2016 in progetti di esplorazione di blocchi di petrolio e gas a Aquio e Ipati (sud-est della Bolivia), dove è stato lanciato il campo Incahuasi. Il consorzio internazionale possiede il 90 per cento delle azioni di esplorazione, mentre il restante 10 per cento è nelle mani della società petrolifera di Stato boliviana Ypfb.
L'incontro russo-boliviano sugli idrocarburi è rilevante considerato il prossimo incontro dell'Organizzazione dei paesi produttori di petrolio (Opec), in programma il 22 e 23 giugno. In questo contesto, il ministro per il petrolio saudita si recherà a Mosca questa settimana che discutere di un possibile aumento della produzione di greggio che entrambi i paesi vogliono proporre all’incontro la prossima settimana. I 14 paesi Opec e i 10 produttori non Opec si incontreranno per discutere il futuro della decisione di tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno: gli attuali alti prezzi del greggio hanno spinto Riad a Mosca a considerare di rivedere i limiti alla produzione. I produttori, infatti, non vogliono che il costo del petrolio aumenti troppo per il timore di un’erosione della domanda. Ieri il presidente Donald Trump ha incolpato l’Opec per il costo troppo alto del greggio ribadendo una critica fatta al cartello già ad aprile su Twitter: "Prezzi del petrolio troppo alti, è ancora l’Opec. Non va bene!". I principali produttori si erano accordati per ridurre l’output mondiale del 2 per cento fino alla fine del 2018. Una decisione che potrebbe essere rivalutata anche alla luce dello scarso apporto di Venezuela, Iran e Angola.
In Bolivia il giacimento di gas di Incahuasi è al centro di una contesa fra il dipartimento di Chuquisaca e quello vicino di Santa Cruz. Le proteste sono particolarmente accese nel primo, dove le autorità chiedono al governo di smezzare con Santa Cruz le tasse imposte per l'esplorazione e lo sfruttamento delle risorse di Incahuasi, su pretesto che parte delle attività sono svolte anche in quel territorio. A maggio la protesta è sfociata in posti di blocco e nella paralisi dell’aeroporto. Le proteste non hanno tuttavia paralizzato la produzione di gas, che ha come principale destinazione il mercato argentino. La protesta è cresciuta quando il governatore di Chuquisaca Esteban Urquizo è stato aggredito da un gruppo di avversari durante un incontro con leader politici locali. Alcuni negozi sono stati saccheggiati e la circolazione dei mezzi pubblici è stata sospesa.
L'aeroporto di Alcantarí "è colpito da questo sciopero", lamentava Javier Arévalo, direttore della società Aasana che gestisce il terminal. Il governo del presidente Evo Morales ha chiesto che le misure di pressione vengano revocate e che siano proposti, per superare il conflitto, più investimenti in idrocarburi per la regione, senza tuttavia riuscire a sedurre i manifestanti dell’opposizione. Il ministro della Presidenza, Alfredo Rada, braccio destro del presidente, ha invitato a metter fine alle proteste e ad evitare "ulteriori danni alla popolazione”, che hanno iniziato a risentire della scarsità di cibo. Gli idrocarburi boliviani sono stati nazionalizzati da Morales nel 2006, all'inizio del suo governo. L'assemblea di Chuquisaca ha approvato "il rifiuto unanime della proposta del governo nazionale di risolvere il conflitto sul campo di Incahuasi", decidendo inoltre di costituire una squadra legale per difendere gli interessi del dipartimento e un blocco delle strade intorno a Sucre, capoluogo del Chuquisaca, in forma di protesta. Le organizzazioni locali che compongono l'assemblea interistituzionale, riferisce la stampa locale, hanno rifiutato quattro punti della proposta governativa firmata dai ministri boliviani di Giustizia, Presidenza e Governo, rispettivamente Héctor Arce, Alfredo Rada e Carlos Romero.
Nel suo appello per la risoluzione del conflitto fra i due dipartimenti Morales aveva augurato che le risorse energetiche della Bolivia non siano ragione di scontro fra i boliviani ma un elemento di unione per il benessere del paese e delle sue regioni, aveva detto. La disputa fra i due distretti è nata per la scoperta - nel 2004 - di nuovi giacimenti di gas condensato rivendicati da entrambi. Sei mesi fa, una decisione costituzionale ha bloccato l'attribuzione di queste risorse (e la conseguente attribuzione di royalties) agli abitanti di Santa Cruz, ma di recente il giudice Alberto Guzmán, su richiesta dello stesso comune di Santa Cruz, ha deciso di sbloccarle e ha ordinato il loro pagamento. In questo contesto, Morales ha annunciato un investimento di un milione di dollari per lo sfruttamento di idrocarburi a Chuquisaca, affermando che illustrerà presto nel dettaglio le attività previste. E' intenzione del governo, ha detto, investire nel giacimento oltre 1,2 milioni di dollari a partire da quest'anno, continuando nel 2019 e fino al 2021.
"Speriamo di definire presto l'agenda: sarete sorpresi dai progetti che stiamo strutturando nel settore degli idrocarburi, e di quanti milioni di investimenti progettiamo di fare", ha detto il presidente in visita sui luoghi. Morales ha chiesto ai partecipanti "riflessione e responsabilità" su questo argomento e chiesto che risorse energetiche non facciano dimenticare che i boliviani sono "tutti fratelli". "Voglio che questo messaggio sia scolpito nelle nostre menti: obiettivo [dello sfruttamento] delle risorse naturali non può essere quello di dividere i boliviani, deve essere quello di unire utilizzarle insieme per il bene della Bolivia, e pensando alle generazioni future", ha detto. La decisione del tribunale di attribuire lo sfruttamento del giacimento a Santa Cruz ha scatenato forti proteste e scioperi ad oltranza. "Non si tratta di odio o rabbia contro un dipartimento ma di rispettare la Costituzione e la legge per il bene di Santa Cruz", ha detto il ministro della Giustizia, Héctor Arce, annunciando la decisione del tribunale.
A metà marzo, il governatore di Santa Cruz aveva annunciato che a causa della disputa di confine con la tenute Chuquisaca avrebbe mantenuto bloccata la produzione del campo di Incahuasi. In quell'occasione il ministro per l'Energia, le miniere e gli idrocarburi del governo di Santa Cruz Herland Soliz ricordava che Incahuasi rappresenta il 50 per cento della produzione di gas di tutto il dipartimento. Il congelamento dei pagamenti al campo di Santa Cruz influisce negativamente sull'economia nazionale, ricordava Soliz, essendo il blocco di circa un milione di boliviani al giorno (circa 145mila dollari). Per il ministro il blocco dei finanziamenti, se continuativo, avrà effetti sullo stato delle strade nazionali, la gestione scolastica e altre questioni di logistica nazionale. Soliz ha spiegato che a Santa Cruz ci sono 36 giacimenti di gas in produzione. Fra questi quello di Incahuasi, nonostante sia l'ultimo ad essere entrato in funzione, rappresenta una produzione equivalente a quello dei restanti 35.
Alla ricerca di un'indipendenza energetica e deciso a promuovere l'asse degli idrocarburi come pilastro della sua politica, il presidente boliviano ha inaugurato a gennaio nel parco industriale di Kallutaca (nel dipartimento di La Paz) l'impianto di produzione di tubi e raccordi in polietilene necessari allo sviluppo dei gasdotti. Grazie a questo stabilimento, ha dichiarato il presidente, il paese potrà ridurre del 20-30 per cento i costi di importazione degli accessori necessari all'industrializzazione del settore. L'impianto situato a più di 20 chilometri dalla città di El Alto può produrre circa 3.800 tonnellate di tubi ad alta tecnologia all'anno, e per la sua installazione è stato realizzato un investimento di oltre 12 milioni e 788mila dollari. Lo stabilimento si sviluppa su una superficie di oltre 12mila metri quadrati.
"Inauguriamo il nostro impianto di produzione di tubi. Solo fermando l'importazione potremo ridurre i costi della loro importazione, progetti come questo consentiranno alla nostra economia di continuare a crescere", ha detto sabato il presidente alla cerimonia di inaugurazione dello stabilimento. Quello di Kallutaca è il secondo complesso inaugurato dal governo boliviano nel campo dell'industrializzazione del gas, dopo quello - lanciato lo scorso 14 settembre - di urea e ammoniaca. Quest'ultimo è in grado di produrre 1.200 tonnellate di ammoniaca e 2.100 tonnellate di urea granulare. Secondo gli esperti l'urea è un composto chimico che attualmente viene impiegato nella produzione del 40 per cento del cibo coltivato nel mondo. Nel suo discorso Morales si è dichiarato convinto che "l'economia nazionale si stabilizzerà, ad un certo punto, in quattro pilastri fondamentali: idrocarburi, estrazione mineraria, energia e agricoltura", garantendo "grandi profitti per il rafforzamento del paese".
Come già dichiarato dal vicepresidente Alvaro Garcia, l’obiettivo della Bolivia è quello di aumentare le sue riserve di idrocarburi e attirare investimenti stranieri per l’esplorazione e lo sfruttamento delle sue risorse energetiche. In questa prospettiva e nel quadro del Forum internazionale dei paesi produttori di gas (Gefc) tenutosi a novembre il paese sudamericano si è dichiarato pronto ad offrire 80 aree per l'esplorazione di gas. Garcia aveva precisato in quest'occasione che il governo boliviano sta concentrando l’attenzione, attraverso la compagnia statale Yacimientos Petroliferos Fiscales Bolivianos (Ypfb), sulle aree di Tarijam Chuquisaca e Santa Cruz.
Il prodotto interno lordo (Pil) della Bolivia crescerà quest’anno del 4,7 per cento, una crescita trainata fra gli altri dai settori dell'agricoltura, dell’edilizia, produzione, dai servizi finanziari, minerario e dagli idrocarburi. Lo ha detto il vice presidente Alvaro Garcia Linera, commentando che il paese ha assorbito positivamente gli choc esterni del mercato e prevedendo che la sua economia continuerà a crescere di oltre il 4 per cento i prossimi anni. “Questi choc che avrebbero potuto compromettere la nostra economia sono ancora stati affrontati in modo efficace”, ha detto Linera citato dal quotidiano “La Razon”.
In occasione di un seminario dedicato alla "Valutazione e prospettive dell'economia boliviana e regionale”, alla presenza di autorità nazionali ed esperti internazionali, il vice presidente ha spiegato che la forza dell'economia boliviana, al primo posto negli ultimi quattro anni nella regione del Sudamerica, tiene su sette pilastri: il mantenimento del surplus economico, la distribuzione e l'espansione del mercato interno, l’aumento di investimenti statali, l'elevato risparmio interno, la nazionalizzazione del sistema finanziario, l'articolazione del capitale bancario con il settore produttivo e la diversificazione economica. (Rum)
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