SPECIALE DIFESA

 
 

Speciale difesa: Yemen, scontri nel palazzo repubblicano di Taiz tra esercito e ribelli sciiti

Sana'a, 31 mag 2017 15:45 - (Agenzia Nova) - Violenti scontri a fuoco sono scoppiati all’alba di oggi all’interno del palazzo repubblicano di Taiz, a sud della capitale yemenita Sana’a, tra i soldati fedeli al governo del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi e i ribelli sciiti seguaci dell’imam Abdel Malik al Houthi. Secondo quanto riferisce l’inviato dell’emittente televisiva “al Jazeera”, le forze di Hadi hanno preso il controllo dell’ingresso principale del palazzo. Si combatte anche nella parte orientale di Taiz dove si registrano vittime tra i civili per un attacco a colpi di mortaio delle forze di Houthi. In queste ore si continua a combattere nel palazzo della città, che è la terza per importanza dello Yemen e che è considerata strategica per la presa di Sana’a.

L’offensiva lanciata dalle forze fedeli al presidente Hadi per riconquistare il Palazzo repubblicano è iniziata lo scorso 26 maggio e secondo l’emittente saudita sarebbero ancora in corso violenti scontri tra i militari del governo legittimo e i ribelli sciiti Houthi e le truppe fedeli al deposto presidente Ali Abdullah Saleh. Lunedì 29 maggio le forze fedeli al governo yemenita hanno fatto prigionieri almeno 13 ribelli sciiti Houthi negli scontri avvenuti a Taiz. Mentre prosegue la battaglia per riconquistare le aree del paese ancora in mano ai ribelli nel nord del paese, il governo Hadi sta cercando di arginare le forze separatiste che premono per una partizione dello Yemen meridionale dal nord. Sempre lunedì il premier yemenita del governo riconosciuto dalla Comunità internazionale, Ahmed Ben Dagher, ha garantito che “sarà salvaguardata l’unità nazionale e la coesione tra le diverse province dello Yemen”. Parlando all’inaugurazione della sala congressi dell’Unione di Aden, capitale provvisoria dello Yemen, il primo ministro ha aggiunto che “il potere non penalizzerà alcuna provincia del paese a scapito di altre”. Nei giorni scorsi infatti si sono svolte manifestazioni ad Aden dei movimenti secessionisti del sud dello Yemen che hanno formato un consiglio provvisorio per condurre questa secessione entrando in contrasto con il presidente Abd Rabbo Mansour Hadi. Il premier ha inoltre annunciato che presto entrerà in funzione la centrale elettrica costruita ad Aden grazie ad una donazione del Qatar di 60 megawatt.

Lo scorso 11 maggio, un gruppo di funzionari yemeniti entrati in aperta opposizione con il presidente Hadi ha annunciato la creazione di un’autorità parallela responsabile della gestione nel sud del paese. L’ex governatore di Aden, Aidarous al Zubaidi, rimosso a fine aprile dallo stesso Hadi, ha annunciato l’istituzione di un Consiglio di transizione del sud sotto la sua diretta presidenza per “guidare le provincie regionali e rappresentarle all’interno e al di fuori del paese”. Il nuovo Consiglio è composto da 26 membri tra cui i governatori delle cinque province del sud dello Yemen e due ministri del gabinetto del governo di Hadi, secondo quanto annunciato in un comunicato da Al Zubaidi.

Il Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg) ha ribadito la sua posizione in appoggio all'unità dello Yemen, alla sua sicurezza e stabilità e il suo sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite per raggiungere una soluzione pacifica alla crisi. Rispondendo alla nascita di un Consiglio dei secessionisti del sud dello Yemen, il Ccg, composto da Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Oman, ha affermato di voler sollecitare una soluzione in conformità con l'iniziativa del Golfo, dei risultati della conferenza nazionale del Dialogo yemenita e della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu 2216. Il segretario generale del Consiglio, Abdul Latif al-Zayani ha sottolineato che gli Stati della regione invitano tutti i componenti del popolo yemenita a “respingere le chiamate di divisione e separazione e sostenere il governo legittimo guidato dal presidente Hadi”.

Il sud dello Yemen è rimasto indipendente fino al 1990, quando l’allora presidente Ali Abdullah Saleh fece la riunificazione con il nord ponendo come capitale la città di Sana’a, situata nella parte settentrionale del paese. Nel 1994 alcuni ufficiali del sud dello Yemen organizzarono una ribellione per riguadagnare l’autonomia proclamando la Repubblica democratica dello Yemen, con capitale Aden. La ribellione durò solamente due settimane con l’occupazione delle forze governative del sud del paese. Dalla fine del tentato golpe separatista il sud ha organizzato continuamente proteste e ampie manifestazioni contro la marginalizzazione nelle istituzioni e nell’economia da parte del nord, accusato di essersi impadronito delle risorse petrolifere situate nelle regioni meridionali.

In seguito alla deposizione di Saleh nelle rivolte legate alla “primavera araba” che ha visto la salita al potere del suo vice Hadi (originario di Aden) a cui è seguita la ribellione della minoranza zaydita Houthi (appoggiata indirettamente dall’Iran), la frattura tra nord e sud è nuovamente esplosa. Le forze separatiste hanno infatti giocato un ruolo chiave per espellere i ribelli sciiti e le forze fedeli al deposto presidente Saleh del sud del paese e attualmente controllano tutte le provincie meridionali. Il ruolo dei separatisti è stato anche fondamentale per la serie di offensive lanciate in coordinamento con i militari della coalizione araba contro i combattenti di al Qaeda che approfittando della situazione di instabilità hanno occupato tra il 2015 e il 2016 alcune città dello Yemen del sud. (Res)
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