Moldova, svolta socialista
 
La vittoria socialista in Moldova
 

Chisinau, 14 nov  (Agenzia Nova) - Igor Dodon è il nuovo presidente della Moldova grazie alla vittoria al ballottaggio che si è tenuto ieri nel paese est europeo. Leader e candidato del Partito socialista della Moldova (Psrm), Dodon ha ottenuto il 52,18 per cento delle preferenze mentre il candidato del centrodestra, Maia Sandu, si è fermata al 47,82 per cento dei consensi. La leader del Partito azione e solidarietà non era riuscita al primo turno a convogliare sotto la sua guida le forze di pro europee, mentre in questa seconda tornata ha sofferto i dati sull’affluenza alle urne. Ieri in Moldova hanno votato 1,6 milioni elettori, pari al 53,27 per cento degli aventi diritto, una quota che esprime in ogni caso un malcontento abbastanza generalizzato. E questa insofferenza è stata espressa anche da una fetta della popolazione votante, dato che la giornata di ieri è stata segnata da proteste e manifestazioni fra la comunità moldava all’estero a causa dell’insufficienza di schede elettorali.

 
 
Il primo obiettivo di Dodon: elezioni parlamentari nel 2017
     
Chisinau, 14 nov - (Agenzia Nova) - Elezioni parlamentari anticipate per rimuovere il governo pro europeo attualmente in carica: il nuovo presidente moldavo ha confermato sin dalle prime battute la sua posizione filorussa. La proposta di elezioni parlamentari anticipate è stata chiaramente definita da Dodon una misura volta a rimuovere il governo filo europeo attualmente in carica così che i suoi alleati – gli schieramenti filorussi – possano più agilmente realizzare i loro progetti. Le sue dichiarazioni hanno creato parecchio clamore visto che a pochi giorni dalle elezioni, Dodon aveva cambiato i toni accessi della campagna elettorale che ha preceduto il primo turno, dichiarandosi a favore di un dialogo con l’Unione europea. “Io non sono contro l'Europa. Chiaramente non permetterò che la Moldova perda il regime di libera circolazione senza visti con l’Ue”, diceva Dodon solo qualche giorno fa. Ora, tuttavia, il presidente eletto ha ripreso la sua classica retorica filorussa.

 

Dodon aveva espresso apertamente e ripetutamente il suo orientamento filorusso totalmente in contrasto con le linee guida pro europee adottate dal governo di coalizione guidato dal Partito democratico (Pdm). L'ex ministro del Commercio, che in precedenza aveva anche evocato l'idea di una cancellazione dell’Accordo di associazione con l’Ue firmato nel 2014, si è dichiarato poi a favore dell'adesione del paese all'Unione economica eurasiatica (Russia, Bielorussia e Kazakhstan), spiegando che punta a “una partnership strategica e buone relazioni” anche con la Russia. Durante la campagna, Dodon aveva scatenato una dura polemica affermando che la Crimea appartiene alla Russia. “Di fatto, la Crimea fa parte della Russia ora, ma legalmente l’annessione non è riconosciuto dall'Occidente e nemmeno dalla maggior parte degli altri paesi, compresa la Moldova”. Secondo Dodon, se Chisinau riconoscesse l’annessione unilaterale della Crimea alla Russia comporterebbe “più rischi” nel contesto della crisi separatista che coinvolge la Transnistria (regione separatista filorussa situata nell’area orientale della Moldova).

 

Gli obiettivi del neo presidente di un cambiamento dell’esecutivo non sono poi così irrealizzabili. Al momento in Moldova il governo è sostenuto da una fragile maggioranza parlamentare che potrebbe cadere al minimo stravolgimento, innescando così un nuovo ciclo di instabilità politica. In parlamento al momento un quarto dei parlamentari sono socialisti, e quindi sostenitori del nuovo capo dello stato; poi ci sono sette esponenti comunisti dal partito di Vladimir Voronin, con i quali Dodon ha già lavorato; e infine altri 27 deputati indipendenti. Pertanto tutto è possibile se il nuovo presidente moldavo vorrà avere “un suo governo”. E la speranza che ci siano dei cambiamenti ai vertici politici moldavi giunge anche da Mosca, dove diversi esponenti politici si sono esposti a favore della vittoria di Dodon, auspicando che con la sua ascesa alla carica presidenziale i rapporti tra Moldova e Russia procedano verso una normalizzazione e un concreto riavvicinamento.