Il crollo della produzione petrolifera | ||
Roma, 19 feb - (Agenzia Nova) - Le riserve di greggio della Libia, secondo una stima del gennaio 2014, ammontano a 48 miliardi di barili: il quantitativo maggiore di tutta l’Africa, pari al 38 per cento delle riserve dell’intero continente, il che pone il paese al nono posto al mondo come potenziale produttore di petrolio. I principali bacini sono quelli di Sirte, Murzuk, Ghadames, della Cirenaica e di Kufra. Il primo, di recente occupato dai miliziani dello Stato islamico, è il più vasto e da solo custodisce l’80 per cento del greggio estraibile. La Libia ha ancora vasti territori non esplorati dal punto di vista geologico e potrebbero esservi ancora importanti riserve sconosciute. |
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Le riserve di gas naturale | ||
Roma, 19 feb - (Agenzia Nova) - Il gas naturale ha minore importanza del greggio per l’economia libica. Pur in presenza di consistenti riserve, il paese non ha infrastrutture sufficienti per l’estrazione e il trasporto. Gli impianti esistenti sono frutto di compartecipazioni dell’Eni, e la quasi totalità della produzione è destinata all’Italia. Al primo gennaio 2014 le riserve stimate di gas naturale in Libia, secondo il bollettino specializzato “Open Journal of Geology”, ammontavano a circa 55 mila miliardi di piedi cubi, il che colloca il paese al quinto posto della graduatoria per il continente africano. Ma, come per il petrolio, è possibile vi siano ulteriori riserve ancora non venute alla luce. La produzione è salita costantemente dai 194 miliardi di piedi cubi del 2003 ai 594 del 2010, soprattutto grazie alla joint venture Western Libya Gas Project fra Eni e la libica Mellitah Oil & Gas, concessionaria del giacimento onshore di Wafa e di quello offshore di Bahr Es Salam. Il gas viene trasferito in Italia dalla costa libica fino a Gela in Sicilia attraverso la conduttura sottomarina Greenstream, che è lunga circa 520 chilometri e raggiunge una profondità massima di 1.127 metri sul fondale del Mediterraneo. Nell’ottobre 2004 è iniziata l’esportazione del gas verso l’Italia, pari a circa il 15 per cento del fabbisogno nazionale. La guerra civile seguita al rovesciamento del regime di Muammar Gheddafi nel 2011 ha portato alla sospensione del flusso, quell’anno, da marzo a metà ottobre. La fornitura è ripresa parzialmente nel 2012, con 228 miliardi di piedi cubi, contro i 344 del 2010. Nel 1971 la Libia è diventata il terzo paese al mondo, dopo l’Algeria nel 1964 e gli Usa nel 1969, a esportare gas naturale liquefatto (Gnl). La produzione è tuttavia rimasta a livelli non elevati, soprattutto per limitazioni tecniche. L’unico impianto per liquefazione del gas in Libia, quello di Marsa al-Brega, costruito alla fine degli anni Sessanta e gestito da Sirte Oil Company, è rimasto danneggiato nel 2011 nel corso della guerra civile, ma già in precedenza operava a capacità ridotta per carenza di manutenzione e di aggiornamenti tecnologici in seguito alle sanzioni imposte al regime di Muhammar Gheddafi. La sua produzione era destinata principalmente alla Spagna. |
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Libia: le compagnie energetiche presenti nel paese | ||
Roma, 19 feb - (Agenzia Nova) - La Libia ha iniziato ad esportare petrolio nel 1961 e l’anno dopo si è iscritta all’Organizzazione dei paesi esportatori (Opec). Il suo greggio è particolarmente pregiato in quanto leggero e “dolce” (a basso contenuto di zolfo). Le principali destinazioni sono state i paesi europei, in particolare l’Italia. Prima della caduta del regime di Muhammar Gheddafi, l’industria del settore era regolata dalla National Oil Company (Noc), l’azienda statale, fondata nel 1970, responsabile della gestione delle attività di estrazione e sviluppo degli idrocarburi attraverso accordi con compagnie straniere, oltre che della produzione per le necessità nazionali. Noc continua ad essere il punto di riferimento del settore, ma la disgregazione della Libia come entità statale, con due parlamenti in concorrenza fra loro, uno solo dei quali riconosciuto internazionalmente, e la guerra civile in atto, hanno reso incerto il quadro delle competenze e di fatto bloccato la produzione. |