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Speciale energia: Albania, battaglia legale con Bankers su obblighi fiscali, per ministro Gjiknuri "ci si prepara per l'arbitrato"

Tirana, 06 ott 2016 14:15 - (Agenzia Nova) - Il ministro dell'Energia albanese ha dichiarato che le autorità di Tirana sono nella fase dei preparativi per affrontare dinnanzi all'arbitrato internazionale la società canadese Bankers Petroleum, che gestisce il maggiore giacimento di petrolio in Albania, Patos-Marinze, sulla questione delle controversie in merito agli obblighi fiscali. In un'intervista rilasciata all'emittente televisiva albanese “Ora News”, Gjiknuri ha detto che il prossimo 23 ottobre scadrà il termine per il ricorso e "fino ad allora, si deciderà sulla strategia da adottare". La decisione avviene dopo che Tirana ha perso la prima battaglia con Bankers, quando la società internazionale di revisione contabile Pricewaterhouse Coopers e la società di consulenza Navigant, impegnate in base ad un accordo fra le parti per valutare i bilanci finanziari contestati dalle autorità di Tirana, hanno dato ragione ai canadesi. E' stato lo studio legale statunitense Curtis, che ha assistito l'Albania, a suggerire alle autorità di Tirana di non rinunciare alla possibilità di presentare ricorso. Bankers, però, nel comunicato diffuso sull'esito delle valutazioni di Pricewaterhouse Coopers precisava che "in base all'accordo fra le parti, le conclusioni della Pricewaterhouse Coopers e della Navigant sono ormai obbligatorie per le autorità e serviranno da punto di riferimento per il fisco anche in futuro". Tuttavia, Bankers e le autorità albanesi avrebbero concordato adesso di proseguire la battaglia anche presso l'arbitrato internazionale. Lo studio legale statunitense nella lettera inviata alle autorità albanesi ha sostenuto che "se la decisione fosse stata contro Bankers, siate certi che la società avrebbe esercitato il diritto di ricorso, che è di fatto una pratica standard e normale", scriveva Curtis, sottolineando che "un mancato ricorso da parte delle autorità albanesi sarebbe inusuale e sorprendente". Il fisco albanese ha sostenuto che la società petrolifera avrebbe dovuto versare nel 2011 57 milioni di dollari statunitensi come tassa sul reddito, che insieme agli interessi avrebbe raggiunto un ammontare complessivo di 76 milioni di dollari. In base al contratto che Bankers ha con le autorità albanesi, tutte le spese operative della compagnia vengono detratte dall'ammontare dei redditi, per stabilire poi l'ammontare dell'imposta sul guadagno che la società dovrebbe versare. Pricewaterhouse Coopers e la Navigant hanno sostenuto però che le spese dichiarate da Bankers come costi rimborsabili "sono state dichiarate in conformità alle norme ed al contratto". In attesa della decisione, Bankers aveva però iniziato a pagare parte degli obblighi secondo i calcoli del fisco albanese. "Si tratta di almeno 37 milioni di dollari", ha spiegato la società in un comunicato. La somma dovrebbe essere restituita adesso a Bankers "secondo le procedure da concordare con le autorità". (Alt)
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