SPECIALE ENERGIA

 
 

Speciale energia: incontro tra ministri di Grecia e Bulgaria, interconnettore del gas entro la fine del 2019

Atene, 06 ott 2016 14:30 - (Agenzia Nova) - L’interconnettore del gas tra Grecia e Bulgaria (Igb) dovrebbe essere avviato per l’utilizzo commerciale entro la fine del 2019. E' quanto affermato ieri in conferenza stampa a Sofia dal ministro dell’Energia bulgaro Temenuzhka Petkova dopo un incontro con l’omologo greco Panos Skourletis. “Non ho dubbio sul fatto che la seconda fase dei test di mercato sul progetto dell’interconnettore Grecia-Bulgaria avrà un esito positivo”, ha detto Petkova, la quale ha parlato di un dialogo “franco e amichevole” tra i due paesi e tra i due governi. Proprio questa sintonia tra due paesi che “guardano nella stessa direzione” può essere, nell'opinione del ministro bulgaro, la chiave di volta per il successo del progetto. “Quando abbiamo effettuato la decisione finale sull’investimento, nel dicembre 2015, abbiamo sottolineato chiaramente i passi futuri; abbiamo lavorato su una road map che stiamo seguendo in maniera stringente”, ha aggiunto la Petkova, alla quale ha fatto eco anche il ministro greco che ha ribadito l’interesse di Atene nell’attuazione concreta del progetto. La Petkova ha annunciato inoltre che sono quattro le società che hanno manifestato interesse a partecipare alla nuova gara per la presentazione delle offerte per la seconda fase dei test di mercato per la costruzione dell’interconnettore Igb. La seconda gara per i test di mercato sull’attuazione dell’interconnettore Grecia-Bulgaria è stata lanciata ufficialmente lo scorso 5 agosto, dopo che le autorità di regolamentazione del mercato dei due paesi hanno dato il via libera al progetto energetico regionale.

La Petkova ha aggiunto che Bulgaria e Grecia stanno attualmente valutando se predisporre modifiche normative per permettere alle società interessate – di cui non è stato ancora svelato il nome - di partecipare a questa nuova fase nel rispetto dei requisiti di uguaglianza e trasparenza. “Se queste società parteciperanno, ciò sarà una prova tangibile dell’interesse nel progetto e sulla fattibilità economica”, ha aggiunto il ministro bulgaro come riportato dalla stampa locale. Il progetto dell’interconnettore Grecia-Bulgaria, che dovrebbe connettere le località di Komotini e Stara Zagora, assume un importanza a livello europeo in quanto dovrebbe essere il primo tratto di una diramazione verso nord - attraverso Bulgaria, Romania, Ungheria, Ucraina e Polonia – del cosiddetto corridoio meridionale del gas, ovvero del gasdotto Transadriatco (Tap). Quest’ultimo gasdotto è anche quello in fase più avanzata per quanto riguarda i progetti energetici della Grecia, che secondo il ministro Skourletis punta a diventare un “hub del gas in Europa”. L’attività del Tap dovrebbe iniziare nel 2020, secondo gli obiettivi annunciati; parallelamente Grecia e Bulgaria intendono portare avanti il progetto dell’interconnetore Igb, con i lavori preparatori - come confermato dai ministri oggi - che stanno avvicinandosi alla fase finale prima del possibile avviamento concreto dei lavori. Il progetto per la realizzazione dell'interconnettore Igb consiste in una rete di collegamento di 182 chilometri tra Grecia e Bulgaria, di cui solo 31 chilometri in territorio greco. Secondo le tempistiche individuate inizialmente per la concreta realizzazione del progetto i lavori di costruzione dovrebbero essere avviati nella seconda metà del 2016, con l'inizio dell'operatività previsto per la seconda metà del 2018.

Tale crono-programma sembra destinato ad essere posticipato con l’operatività che ora sembra un obiettivo ora possibile “entro il 2019”. "La Bulgaria è un alleato strategico" della Grecia, ha evidenziato il premier Alexis Tsipras in un recente incontro con l’omologo bulgaro Boiko Borisov. Oltre all'interconnettore Igb, tra i progetti considerati prioritari dai primi ministri dei due paesi è stato menzionato il gasdotto Tap e la creazione di un terminale per il Gas naturale liquefatto a Alessandropoli, nel nord della Grecia. A fine settembre il premier della Bulgaria ha dichiarato che esistono "chiare indicazioni" sul fatto che il progetto per la creazione di un hub energetico nei Balcani verrà portato avanti. Borisov sostiene che anche paesi come la Serbia hanno un "enorme interesse" nel progetto. "Il mio sogno è che i grandi operatori della rete del gas vengano e che possiamo avere profitti dal transito del gas, costruendo al contempo gli interconnettori con i paesi confinanti", ha detto. La stampa di Sofia evidenzia che la Bulgaria è troppo dipendente dalle importazione di gas dalla Russia, e per questo sta cercando di creare un centro di distribuzione del gas regionale che possa trasformare il paese in una delle destinazioni principali nel sudest Europa; tali piani contrastano con le prospettive di isolamento in caso dell'attuazione di progetti alternativi, rilanciati ultimamente come quello del gasdotto Turkish Stream, che escluderebbero la creazione in Bulgaria di un hub del gas. Il primo passo sembra essere per Sofia la costruzione di una serie di interconnettori con i paesi vicini, anche se al momento solamente quello con la Grecia sembra facilmente realizzabile nel giro di pochi anni.

Per quanto riguarda la Grecia, le prospettive di diventare un hub regionale del gas sembrano certamente più concrete. Oltre al gasdotto Tap, che vede la Grecia come snodo fondamentale per il gas naturale proveniente dai giacimenti dell’Azerbaigian (prima di proseguire verso l’Albania e l’Italia), altri progetti sono menzionati dalla stampa di Atene come di grande interesse per le prospettive del paese: il gasdotto del Mediterraneo orientale, che dalle acque israeliane e cipriote possa rifornire di gas naturale la Grecia e l'Europa; il progetto del gasdotto tra Grecia e Italia (Poseidon); il gasdotto sud dell'Europa, lanciato con l'accordo del febbraio scorso tra la società pubblica del gas in Grecia Depa, l’italiana Edison e la società russa Gazprom. Circa il gasdotto del Mediterraneo orientale, il prossimo 26 ottobre ad Atene sarà effettuata la prima valutazione tecnica e finanziaria sul progetto. Altro passo nella cooperazione trilaterale su questo progetto è inoltre una riunione tra i capi di stato e di governo di Grecia, Cipro e Israele, in programma per il mese di dicembre a Gerusalemme. Il gasdotto in questione dovrebbe trasportare fino a 16 miliardi di metri cubi di gas ogni anno dal Mediterraneo orientale all'Italia, attraverso il territorio ellenico; i lavori comprendono 200 chilometri di gasdotto sottomarino dal bacino del Levante a Cipro, più 700 chilometri da Cipro a Creta, 400 chilometri da Creta al Peloponneso e 600 chilometri onshore per collegare il territorio greco con il gasdotto Poseidon a Tesprozia (Thesprotia). Il progetto del gasdotto Poseidon, dovrebbe avere una lunghezza di 207 chilometri collegando le località di Trespozia e Otranto con una capacità di 12 miliardi di metri cubi di gas annuali, riferisce l’agenzia “Ana-Mpa”.

Si tratta della sezione finale del gasdotto turco-greco-italiano (Itgi) finalizzato al trasporto di gas naturale dall’Azerbaigian all’Europa. Per quanto riguarda invece il gasdotto del sud Europa, la società pubblica del gas in Grecia Depa e l’italiana Edison hanno siglato nel febbraio 2016 un accordo con la società russa Gazprom per promuovere il progetto, che ha come scopo il trasporto del gas naturale dalla Russia verso l’Europa come sviluppo dei vecchi piani russi relativi al South stream e al Turkish stream. "Il rilancio del progetto Itgi-Poseidon rafforza la sicurezza del sistema energetico europeo, con un corridoio di approvvigionamento supplementare e il ruolo della Grecia come importante snodo per il gas da fonti e rotte diversificate", ha dichiarato l’amministratore delegato di Depa Theodoros Kitsakos. (Gra)
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