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Speciale energia: Giordania-Israele, "Jerusalem Post", la non totale accettazione pace israelo-giordana dietro proteste accordo sul gas

Gerusalemme, 06 ott 2016 14:30 - (Agenzia Nova) - Le tensioni generate in Giordania in seguito alla firma di un contratto di 10 miliardi di dollari per l'acquisto di gas israeliano continuano a suscitare polemiche nel regno hashemita. Secondo quanto riporta un editoriale del quotidiano israeliano "Jerusalem Post", le critiche sono sintomatiche di come la pace tra i due paesi non sia stata ancora pienamente digerita dall'opinione pubblica giordana. La Giordania, insieme all'Egitto ed alla Mauritania, sono gli unici paesi della Lega araba che riconoscono lo Stato di Israele. I sostenitori della campagna di protesta hanno annunciato per i prossimi giorni iniziative di più ampia portata. Domenica sera, 2 ottobre, l’emittente televisiva "al Jazeera" ha trasmesso l’intervista ad Hamman Hamza Khader, un giovane attivista politico giordano e uno egli organizzatori delle proteste contro l'accordo sulle forniture di gas siglato la scorsa settimana da Giordania e Israele. L'intervista si è svolta “provocatoriamente” a lume di candela: i manifestanti, infatti, hanno chiesto al paese di spegnere le luci tra le 21.00 e le 22.00 di domenica per protestare contro l'acquisto di gas israeliano.

Da parte sua, Amman ha difeso l’accordo con Gerusalemme, sostenendo che il paese non sarà comunque dipendente da Israele. Il ministro dell’Informazione, Mohamed Momani, ha detto che l’accordo permetterà di risparmiare 600 milioni di dollari all’anno nelle spese elettriche nazionali. Momani ha giudicato “semplicistiche” le affermazioni secondo cui firmare un accordo con Israele significherebbe sostenere “l’occupazione israeliana” nei Territori palestinesi. Fonti giordane stimano che circa 2 mila cittadini giordani hanno preso parte alle dimostrazioni di venerdì scorso ad Amman. Lo scorso 30 settembre, centinaia di persone hanno preso parte ad Amman alla dimostrazione contro l’accordo per l’importazione del gas israeliano da parte della Giordania. La protesta è stata organizzata dalle realtà sindacali e politiche che si oppongono al trattato di pace tra Giordania e Israele firmato nel 1994. L’accordo sottoscritto dalla compagnia elettrica giordana di acquisto del gas israeliano a partire dal 2019 per decine di miliardi di dollari ha provocato l'ira ad Amman delle organizzazioni palestinesi contrarie ad ogni normalizzazione dei rapporti con lo stato ebraico. La stampa giordana sostiene che ci siano state pressioni da parte degli Stati Uniti per la firma di questo accordo, il cui tramite è la compagnia statunitense Nobel Energy, sia sul parlamento giordano che sulla Knesset israeliana “per creare un clima di pace civile tra i due paesi”.

Il 26 settembre, i membri del consorzio del Leviathan hanno firmato un accordo con la società di energia elettrica giordana (Jordan National Electric Power Company - Nepco) per la fornitura di 45 miliardi di metri cubi di gas in 15 anni. Il contratto ha un valore stimato di circa 10 miliardi di dollari. Secondo i termini dell’accordo, la società di marketing Nbl Jordan Marketing, di proprietà del consorzio Leviathan, fornirà gas alla Giordania una volta che verranno posizionate le condutture tra il regno hascemita ed Israele. La quantità di gas destinato alla Giordania rappresenta un decimo della capacità gasiera del Leviathan. Il valore presunto dell’accordo è basato sulle stime del prezzo del Brent nei prossimi anni ed in considerazione del fatto che la Giordania utilizzi tutto il gas che riceverà. Pertanto, le entrate effettive dipenderanno dal volume di gas che la Nepco acquisterà realmente e dalle quotazioni del Brent. Le società che fanno parte del consorzio del Leviathan sono la Noble Energy Inc., che detiene il 39,66 per cento delle quote, la Delek Group Ltd, (costituita dalle unità Avner Oil e Gas LP e Delek Drilling LP che detengono ognuna il 22,67 per cento delle quote), e la Ratio Oil Exploration, a cui appartiene i l 15 per cento delle quote. Questa conduttura che trasporterà il gas dal Leviathan alla Giordania sarà costruita nell’area di Beit Shean. Si tratta del secondo gasdotto tra i due paesi. Lo scorso 11 marzo, infatti, l’amministratore delegato di Israel natural gas lines, Samuel Tordjman, ha annunciato che il primo gasdotto verso la Giordania entrerà in funzione nel 2017. La conduttura che è in costruzione nell’area di Sdom, nel Mar Nero, fornirà il gas alla Giordania da un altro giacimento, quello del Tamar. Nel mese di febbraio scorso, le società partner del consorzio Tamar hanno firmato una lettera di intenti con acquirenti privati giordani per la fornitura di 1,8 miliardi di metri cubi di gas in un periodo di dieci anni. (Res)
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