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Speciale difesa: "Wall Street Journal", Obama progetta una "sorpresa israeliana"?

New York, 02 nov 2016 15:15 - (Agenzia Nova) - Uno dei pochi sviluppi geopolitici positivi nella regione del Medio Oriente, scrive la direzione del "Wall Street Journal" in un editoriale non firmato, è la progressiva riappacificazione tra Israele e i paesi sunniti circostanti, per effetto delle minacce comuni rappresentate dall'Iran e dallo Stato islamico. I diplomatici di Tel Aviv temono però che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, possa mettere a rischio tale dinamica di riavvicinamento tentando di forzare una risoluzione del conflitto israelo-palestinese presso le Nazioni Unite, prima della conclusione del suo secondo mandato alla Casa Bianca. L'amministrazione presidenziale, sottolinea l'editoriale, ha mantenuto un inusuale riserbo in merito all'approccio che intende adottare in sedo Onu, ma si sa che il dipartimento di Stato ha ricevuto la richiesta dall'amministrazione di approntare una serie di opzioni per le ultime settimane di Obama alla guida degli Stati Uniti. Tra le ipotesi figurerebbe la sponsorizzazione, o quantomeno l'avvallo, di una risoluzione del Consiglio di sicurezza che condanni la politica israeliana degli insediamenti: una posizione senza precedenti, che stando alle fonti del "Wall Street Journal" potrebbe essere addirittura accompagnata "dalla revoca delle esenzioni fiscali dell'Internal Revenue Service (Irs) per i soggetti o le persone giuridiche coinvolti nella costruzione degli insediamenti" nei territori occupati della Palestina. Gli Usa avevano opposto il veto a una simile risoluzione del Consiglio di sicurezza nel 2011, obiettando che essa avrebbe "rischiato di indurire le posizioni di entrambe le parti". Tale obiezioni, afferma la direzione del quotidiano Usa, "resta valida anche oggi", ma la condanna degli insediamenti "è una posizione sempre più popolare all'interno del dipartimento di Stato", e consentirebbe al presidente Obama "di rafforzare il suo status di icona progressista in vista del post-presidenza". Tra le opzioni sul tavolo del presidente Usa ci sarebbe anche il riconoscimento formale dello Stato arabo palestinese, in contrasto con la posizione del Congresso federale secondo cui la Palestina manca degli attributi fondamentali della statualità. Un'opzione "potenzialmente ancora peggiore", conclude il quotidiano, potrebbe essere la forzatura di una risoluzione del Consiglio di sicurezza che "fissi dei 'parametri' per un accordo definitivo tra Israele e palestinesi": una risoluzione di questo tipo è già stata avanzata dalla Francia, e Obama potrebbe limitarsi a non opporle il veto. Se Washington percorresse questa strada, avverte il "Wall Street Journal", commetterebbe "un errore grossolano": "I palestinesi si attaccherebbero a quei parametri come a un loro diritto di nascita, rendendo impossibile a un qualunque leader palestinese di negoziarne una parte nell'ambito di trattative concrete". Gli Stati arabi, invece, “si troverebbero le mani legate, e non potrebbero fare da intermediari tra Tel Aviv e Ramallah, con rischio di un nuovo, brusco raffreddamento delle loro relazioni con Israele”. (Res)
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