SPECIALE ENERGIA

 
 

Speciale energia: ancora nulla di fatto nei negoziati tra Erbil e Baghdad sulle esportazioni petrolifere

Ankara, 19 feb 2014 17:30 - (Agenzia Nova) - E’ fallito ancora una volta il tentativo di conciliazione tra Erbil e Baghdad sulle esportazioni del petrolio curdo attraverso la Turchia. Il premier della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Nechirvan Barzani, si è recato a Baghdad, accompagnato dal ministro delle Risorse naturali curdo, Ashti Hawrami, per dirimere la controversia e trovare una soluzione accettabile da entrambe le parti, ma non è riuscito a raggiungere un accordo con il capo del governo iracheno, Nouri al Maliki. I due hanno promesso di continuare il dialogo per individuare possibili soluzioni, ma per ora il petrolio arrivato al porto turco di Ceyhan attraverso il nuovo oleodotto tra Kurdistan e Turchia dovrà restare fermo nei centri di stoccaggio. A Baghdad Barzani ha incontrato anche il ministro del Petrolio iracheno, Abdul Karim Luaibi, e il vicepremier con delega all’Energia, Hussein Shahristani. “Continueremo i negoziati con il Kurdistan per risolvere la questione”, ha detto Luaibi al termine del colloquio con il premier curdo. Secondo una fonte del settore industriale consultata dall’agenzia “Anadolu”, “un accordo definitivo tra Iraq e Kurdistan dovrebbe essere raggiunto entro una o due settimane. Se dovessero impiegare più tempo, sarebbe un problema”, ha aggiunto la fonte.

Prima di Baghdad, Barzani si era recato ad Istanbul, in Turchia, dove il premier Recep Tayyip Erdogan aveva riconfermato il suo impegno a rispettare l’accordo firmato con Erbil lo scorso anno. "Erdogan ha riconfermato l'impegno del suo paese nei confronti dell'accordo riguardante la fornitura di energia e petrolio", si legge in una nota del governo curdo. Inoltre, Erdogan "ha espresso il suo sostegno ai negoziati in corso fra il governo regionale (del Kurdistan) e il governo centrale (iracheno) per conseguire risultati vantaggiosi per tutti". Baghdad ha minacciato in passato di denunciare Ankara e tagliare la quota del bilancio nazionale destinata alla regione curda nel caso in cui Erbil autorizzi le esportazioni verso la Turchia senza il suo consenso. L’Iraq prenderà provvedimenti se il governo regionale del Kurdistan esporterà petrolio prima di aver raggiunto un accordo in materia con Baghdad, ha dichiarato il vicepremier per l'Energia Hussein al Shahristani nel corso di una recente conferenza a Londra. “La Compagnia petrolifera nazionale irachena (Somo) è l’unico attore responsabile per il commercio del petrolio iracheno. L’esportazione di una partita di greggio senza l’approvazione della Somo è da considerare illegale e indurrà Baghdad a introdurre misure fortemente restrittive per evitare che i propri interessi siano danneggiati”, ha aggiunto Shahristani.

Il ministro dell’Energia turco, Taner Yildiz, ha quindi confermato due giorni fa che il petrolio del nord dell’Iraq non è ancora stato venduto a paesi terzi. Parlando ad un incontro dell’Associazione della piattaforma del petrolio (Petform) presso il ministero dell’Energia, Yildiz ha risposto alle illazioni fatte da alcuni media turchi e iracheni secondo i quali 90 miliardi di dollari di petrolio sarebbero già stati esportati senza l’approvazione di Baghdad. “La Turchia non ha in programma esportazioni di questo tipo al momento”, ha detto Yildiz, auspicando il rapido raggiungimento di un accordo tra Erbil e Baghdad. “Se dovessimo vendere il petrolio – ha aggiunto Yildiz – lo faremmo informando Baghdad e i proventi verrebbero convogliati verso l’Iraq. Diciamo sempre che non è il petrolio della Turchia, ma dell’Iraq”. Yildiz ha rivelato inoltre che finora presso il porto di Ceyhan sono stati immagazzinati 425 mila barili di petrolio proveniente dai campi curdi, ma “nessuno di questi sarà venduto senza il consenso di Baghdad”. Il nuovo oleodotto tra Kurdistan iracheno e Turchia è stato completato lo scorso anno: le condutture trasportano attualmente il petrolio pesante del campo curdo di Tawke presso il porto turco di Ceyhan, da dove dovrebbe essere poi esportato verso i mercati mondiali. (Il greggio del Kurdistan prima raggiungeva i mercati attraverso le infrastrutture irachene, ma in seguito alla disputa sulla distribuzione dei proventi petroliferi, il meccanismo si è bloccato ed Erbil si è trovata costretta a esportare piccole quantità di petrolio verso la Turchia a bordo di autocisterne). (Tua)
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