SPECIALE DIFESA

 
 

Speciale difesa: Washington frena sull'invio di armi all'Ucraina

Washington, 03 feb 2015 15:00 - (Agenzia Nova) - Il governo statunitense non intende consegnare armi difensive all'Ucraina "nel prossimo futuro". E' quanto dichiarato dal consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Usa Barack Obama, Ben Rhodes. Intervistato dall'emittente Cnn, Rhodes ha ridimensionato le indiscrezioni delle ultime ore, e ribadito che Washington ritiene ancora le sanzioni economiche lo strumento di pressione più efficace contro il governo di Mosca: “Non riteniamo che la soluzione alla crisi ucraina sia semplicemente l'iniezione di nuove armi”. Il consigliere ha anche annunciato che lunedì prossimo Obama incontrerà alla Casa Bianca il cancelliere tedesco Angela Merkel per discutere a fondo l'attuale quadro delle ostilità in Ucraina: la Germania, ha spiegato il consigliere, è considerata dagli Usa il partner più importante sul fronte della crisi in corso in Europa Orientale.

La stampa statunitense è divisa riguardo l'opportunità di inviare armi offensive alle forze armate ucraine, in risposta alla nuova offensiva militare lanciata dai separatisti filorussi del Donbass. Il presidente russo Vladimir Putin non si è piegato alle sanzioni economiche e al crollo del rublo, e nelle ultime settimane pare aver rafforzato il sostegno ai ribelli nell'area di Donetsk, dove l'Esercito regolare di Kiev sta avendo la peggio. Per il quotidiano “Washington Post”, le sanzioni economiche di Stati Uniti ed Europa, pur importanti, si sono rivelate non risolutive, ed è giunto il momento di fornire un aiuto decisivo alla forze ucraine sul campo. Il rapporto presentato da otto ex ufficiali e funzionari della difesa Usa, incluso l'ex sottosegretario alla Difesa Michèle Flournoy e l'ex ambasciatore Usa alla Nato Ivo Daalder, sottolinea come Kiev disponga di pochi sistemi anticarro, e appena il 30 per cento tra essi è effettivamente funzionante. Il documento chiede lo stanziamento immediato di un miliardo di dollari in assistenza militare all'Ucraina, e di altri due miliardi nei prossimi due anni; tale contributo, secondo gli autori del documento, potrebbe portare a iniziative simili da parte di paesi quali il Regno Unito e la Polonia.

Secondo il quotidiano, “nessuno crede che l'Ucraina possa davvero vincere una guerra contro la Russia, ma l'invio massiccio di armi potrebbe smussare l'offensiva di Putin sino a renderne il costo troppo elevato”. Preoccuparsi delle conseguenze della partecipazione statunitense al conflitto, scrive la “Washington Post”, non ha più senso, dal momento che “in assenza di una risposta militare decisa la Russia ha già innescato una escalation”. Di parere opposto il “New York Times”, che in un editoriale attribuibile alla direzione mette in guardia gli Stati Uniti da un coinvolgimento diretto nel conflitto ucraino: “L'assistenza letale aprirebbe un capitolo pericoloso, un capitolo che Putin potrebbe anche accogliere volentieri, perché suffragherebbe la narrativa russa della 'aggressione occidentale'”. L'unica alternativa alla mutua distruzione delle parti in conflitto, scrive il quotidiano, non può che essere il negoziato in merito a quanto la Russia, almeno ufficialmente, chiede dall'inizio del conflitto: maggiore autonomia per le regioni russofone dell'Ucraina tramite un nuovo assetto federale. La ricerca di una rappresaglia contro Putin, scrive il quotidiano, rischia di sviare gli Usa e l'Occidente da quello che dovrebbe essere il loro obiettivo primario: porre fine ai combattimenti affinché l'Ucraina possa finalmente dedicarsi alla ricostruzione e alle riforme. Per questa ragione, conclude il “New York Times”, Washington dovrebbe “chiarire con Putin che se l'obiettivo è la creazione di uno Stato federale, gli Stati Uniti e i loro alleati sono pronti a esercitare pienamente la loro influenza su Kiev per individuare una soluzione accettabile”. (Res)
ARTICOLI CORRELATI
 
 
 
 
 
 
 
 
 
TUTTE LE NOTIZIE SU..
GRANDE MEDIO ORIENTE
EUROPA
AFRICA SUB-SAHARIANA
ASIA
AMERICHE