SPECIALE DIFESA

 
 

Speciale difesa: polemiche in Bulgaria su "mobilitazione militare" causata da tensioni regionali

Sofia, 03 feb 2015 15:30 - (Agenzia Nova) - Proseguono le polemiche in Bulgaria su una presunta “mobilitazione militare” a causa della tensione regionale e internazionale causata dalla crisi ucraina. Il ministero della Difesa insiste a smentire queste indiscrezioni, sostenendo che queste provengano sempre dalle stesse fonti interessate a creare uno stato di “preoccupazione” nel paese balcanico. Esponenti del partito della destra nazionalista Ataka, infatti, hanno riferito che in alcune città sarebbe in corso una vera e propria “chiamata alle armi”, ma il ministero ha spiegato che si tratta di una misura volta a illustrare ai giovani le specifiche in caso di una mobilitazione militare. Secondo il ministro della Difesa bulgaro, Nikolaj Nenchev, in Bulgaria esiste un centro di propaganda russa che tenta di creare delle tensione nelle comunità locali su una presunta mobilitazione in vista di un conflitto imminente. “Ho la sensazione che le fonti siano sempre le stesse”, ha detto Nenchev in un'intervista all’emittente televisiva “Nova”, confermando che “le persone che creano questo stato d’allarmismo sono sempre le stesse”. Secondo Nenchev, l’intenzione è “creare panico e confusione, e tende a implicare che ci accingiamo ad agire contro la Russia e l’Ucraina”. I commenti del ministro giungono il giorno dopo che l’edizione bulgare dell’emittente radiofonica “Voice of Russia” ha pubblicato un rapporto che cita l’emittente televisiva di Ataka, secondo cui decine di uomini sarebbero stati convocati dalle Forze armate a Sofia, Sliven e Shumen.

Il ministero della Difesa, però, ha smentito queste indiscrezioni spiegando che si è trattato di incontri formativi, volti a mostrare ai giovani cittadini bulgari le specifiche che l’esercito adotterà in caso di azione militare. Nenchev, inoltre, ha negato che sia in corso una vera e propria mobilitazione militare, spiegando che il ministero sta svolgendo alcune operazioni di routine volte a stabilire quanti cittadini bulgari, fra i 3 mila regolarmente registrati come abili e arruolabili per il servizio militare, risiedono in Bulgaria e versano effettivamente in buone condizioni di salute e, nel caso delle donne, per verificare se sono in maternità. Secondo il ministro questa pratica sarebbe abbastanza normale e viene effettuata di consuetudine diverse volte nel corso di un anno. Le polemiche sollevate da Ataka, però, non si fermano: il partito della destra nazionalista ha puntato anche il dito contro l’annuncio del dislocamento di Centro di comando della Nato in Bulgaria. Partendo da questi presupposti, ieri “Voice of Russia” sosteneva che “le minacce causate da un coinvolgimento della Bulgaria” in un conflitto “come paese satellite della Nato nell’Europa orientale non lontano dai dai confini di Ucraina e Russia, sono molto realistici”. Nenchev ha spiegato, in questo senso, che la base militare di Novo Selo ospiterà nel corso del prossimo anno 77 esercitazioni militari congiunte con altri paesi della Nato, ma ha specificato che i carri armati dell’Alleanza non saranno dispiegati in maniera permanente sul suolo bulgaro.

Il tema della presenza militare statunitense in Bulgaria è diventato di primaria importanza dallo scorso novembre dopo le dichiarazioni del generale Ben Hodges, comandante delle forze Usa in Europa, secondo cui l'esercito statunitense potrebbe dislocare 150 carri armati e veicoli blindati nei paesi della Nato, fra cui la Bulgaria, nel 2015. In merito alla questione si era espresso il premier bulgaro, Bojko Borisov, il quale aveva ricordato che i due paesi hanno siglato un accordo di cooperazione nel settore della difesa nel 2006 che resterà in vigore sino al 2016. “In base all’accordo le seguenti strutture di proprietà dello stato vengono utilizzate congiuntamente dalle forze armate della Bulgaria e Stati Uniti: la base di addestramento di Novo Selo; il deposito di Aytos; la base militare di Graf Ignatievo e quella di supporto militare di Bezmer”, ha spiegato Borisov. Il capo di Stato maggiore della difesa bulgaro, il vice ammiraglio bulgaro Rumen Nikolov, aveva dichiarato che per ora il paese balcanico non intende concedere agli Stati Uniti di dislocare carri armati e veicoli corazzati sul proprio territorio. Nikolov ha dichiarato che “non c’è motivo di creare agitazione riguardo il dislocamento da parte degli Usa o di qualsiasi altro paese di carri armati e mezzi corazzati sul territorio bulgaro”. Nikolov, infatti, ha negato “che in Bulgaria saranno schierati alcuni dei 150 carri armati” che gli Usa prevedono di distribuire nell’Europa centro orientale il prossimo anno.

“Questo punto non è stato discusso nelle sedi della Nato. Si tratta della dichiarazione di un generale statunitense che non può essere considerata come un comunicato ufficiale”, ha detto il capo di Stato maggiore bulgaro. Anche Nenchev, in quell’occasione, fu costretto a intervenire per sedare le polemiche. “I ministeri della Difesa e degli Esteri della Bulgaria non hanno ricevuto alcuna richiesta ufficiale per il dislocamento di carri armati e veicoli blindati stranieri sul territorio nazionale”, aveva detto Nenchev commentando così le dichiarazioni del generale statunitense Ben Hodges. Nenchev ha detto che la Bulgaria ha concordato, in quanto membro della Nato, di partecipare a iniziative congiunte con gli altri paesi partner. “Stiamo valutando varie opzioni che includono lo stanziamento di piccoli contingenti nei paesi baltici, in Polonia, Romania e Bulgaria”, aveva detto Hodges, secondo il quale queste truppe potrebbero essere utilizzate per svolgere esercitazioni congiunte con le forze militari dei paesi alleati. Stando a quanto dichiarato dal generale Usa, 50 veicoli blindati e 100 fra carri armati M1 Abrams e veicoli da combattimento Bradley, sarebbero già stati dislocati in Germania. La misura rientra nella cosiddetta Operazione Atlantic Resolve, un manovra statunitense a sostegno degli alleati in Europa orientale in caso di un'eventuale aggressione da parte della Russia.

I ministri della Difesa bulgaro e romeno, Nikolaj Nenchev e Mircea Dusa, si sono incontrati la scorsa settimana e hanno discusso della creazione di strumenti di comando e controllo che potrebbero essere dislocati nei due paesi nel quadro del piano d'azione immediata della Nato. I due ministri della Difesa hanno concordato inoltre sulla necessità di visite reciproche del personale militare bulgaro e rumeno, oltre che della condivisione delle rispettive esperienze nella realizzazione degli strumenti di comando e di controllo, si legge in un comunicato del ministero della Difesa. Il piano d’azione immediata è stato approvato nel corso del vertice di NewPort, in Galles, dello scorso settembre. Il piano prevede la creazione di una forza di reazione rapida composta da alcune migliaia di soldati che serviranno a proteggere l'Europa orientale da potenziale minacce alla sicurezza provenienti dalla Russia dopo l'annessione della Crimea. Nenchev e Dusa hanno discusso anche delle opportunità per utilizzare in maniera più efficiente le modalità di addestramento militare degli eserciti dei due paesi nella conduzione di esercitazioni congiunte con i membri della Nato e gli altri paesi partner. I due interlocutori, inoltre, hanno convenuto sul finanziamento supplementare che dovrebbe essere stanziato per soddisfare gli standard dell’Alleanza. L’incontro fra i due ministri è giunto pochi giorni dopo le visite a Sofia del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e dal vicepresidente del Comitato militare della Nato, il generale Mark Schissler. Durante la visita di Stoltenberg, il segretario generale dell’Alleanza ha confermato il livello positivo della cooperazione fra Nato e Bulgaria, ma ha anche ricordato alle autorità di Sofia l’importanza di aumentare il budget destinato al settore della difesa. Durante la visita di Stoltenberg, inoltre, era stata annunciata la costituzione di un Centro di comando Nato nel paese. Schissler, invece, ha incentrato i propri colloqui sulla necessità di aumentare compatibilità operativa tra le forze armate bulgare e quelle degli altri paesi membri della Nato e delle nazioni partner. E’ evidente che i due focus siano identificabili sia come temi generali ma anche come “suggerimenti” che i vertici dell’Alleanza hanno inviato alla Bulgaria in questo particolare fase di instabilità regionale e per verificare che le autorità di Sofia siano effettivamente consapevoli dei nuovi rischi e delle minacce derivanti dalle recenti modifiche nel contesto di sicurezza strategica. (Bus)

"In questi anni ho potuto constatare la professionalità di Nova e ho avuto modo di incontrare di persona i tanti giornalisti, giovani e motivatissimi"

Lorenzo Guerini
Ministro della Difesa
22 luglio 2021


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