SPECIALE DIFESA

 
 

Speciale difesa: Egitto, fonti stampa, ucciso comandante dello Stato islamico in Sinai

Il Cairo, 11 lug 2016 15:45 - (Agenzia Nova) - Un comandante dello Stato del Sinai, gruppo terroristico egiziano affiliato allo Stato islamico, è stato ucciso in scontri con le forze di sicurezza nel distretto di Rafah, vicino alla Striscia di Gaza. Secondo la ricostruzione del quotidiano "Al Masry el Youm", il comandante insieme ad altri guerriglieri islamisti avrebbe cercato di attaccare un posto di blocco della sicurezza in un quartiere ad ovest di Rafah, nel Sinai settentrionale. Le forze di sicurezza avrebbero però esploso colpi d’arma da fuoco uccidendo il capo del commando, il cui nome non è stato reso noto, e ferendo un miliziano. Gli altri insorti, invece, sarebbero riusciti a fuggire. L'Egitto ha lanciato una vasta operazione militare nel Sinai del Nord dopo che 19 gruppi salafiti e la milizia Ansar Beit al Maqdis si sono fuse nel novembre 2014, giurando fedeltà al sedicente "califfo" Abu Bakr al Baghdadi. Le forze armate egiziane hanno lanciato nei giorni scorsi raid aerei in diverse parti della regione del nord del Sinai, provocando un "alto numero" di vittime. Lo riferisce il quotidiano egiziano "Shorouk", precisando che gli F-16 dell'aviazione militare del Cairo hanno bombardato il distretto meridionale di Sheik Zuid e quello occidentale di Arish, dove le forze di sicurezza egiziane sono impegnate in operazioni contro i gruppi affiliati allo Stato islamico. Il governatore del Sinai egiziano, generale Abdel Fattah Harhur, ha promesso intanto di riportare "la sicurezza nella regione". Parlando alla popolazione locale in occasione della festa di fine Ramadan, l'esponente politico-militare egiziano ha affermato che “l’Egitto ora sta bene ed è sicuro e lo sarà sempre di più: certamente abbiamo opinioni diverse su come renderlo tale, ma siamo come un sol uomo per questo”. Per quanto riguarda la presenza dei terroristi nella regione, il governatore ha aggiunto che “certamente c’è chi ha dei piani ma noi li faremo fallire sia in Egitto che nel Sinai. Noi abbiamo tutto il diritto a festeggiare, perché siamo quelli che finora hanno pagato il prezzo più alto della lotta al terrorismo".

Secondo una recente analisi pubblicata dal quotidiano “Daily News Egypt”, la situazione nel Sinai continua ad essere critica, nonostante il silenzio della stampa filo-governativa, che offre spazio soprattutto alle operazioni compiute dalle forze di sicurezza impegnate nella campagna militare “Diritto dei martiri”. Le operazioni dell’esercito non hanno limitato le violenze contro i civili da parte dei guerriglieri islamisti legati al gruppo Stato del Sinai. Gli scontri tra le forze di sicurezza e i terroristi si sono intensificati di recente con l’entrata nella terza fase dell’operazione. In risposta agli attacchi continui da parte dell’esercito, i guerriglieri hanno aumentato gli agguati contro i convogli militari, rendendo ormai quotidiane le esplosioni sul ciglio della strada di ordigni improvvisati, che spesso colpiscono anche civili. Le aree dove sono più attivi i militanti jihadisti sono Sheikh Zuid, Rafah e al Arish, città dove da tempo i residenti lamentano la carenza di servizi essenziali, accusando il governo di essere concentrato solo sulle operazioni militari. Secondo le testimonianze dei residenti di al Arish raccolte dal “Daily News Egypt", alcuni militanti affiliati allo Stato islamico sono membri di tribù locali e si sarebbero uniti ai gruppi militanti proprio a causa dello stato di emarginazione che da decenni grava sul Sinai. "I figli del Sinai del Nord sono stati emarginati dalle autorità statali dopo la liberazione del Sinai dall'occupazione israeliana”, spiega un residente, il quale rivela che alle persone della regione è vietato unirsi alle forze armate o di polizia e altre mansioni pubbliche.

Gli abitanti accusano le forze di sicurezza di stanza nell’area e che impongono continui posti di blocco di considerare la popolazione di Sheikh Zuid e di altri villaggi vicini tutti come potenziali terroristi o collaboratori dello Stato islamico. Militari e agenti svolgerebbero operazioni di controllo avvilenti che causano l’indignazione tra i residenti, in particolare le ispezioni sulle donne. In una delle testimonianze citate da “Daily News Egypt, la popolazione locale invita il governo ad utilizzare nuove metodologie per combattere il terrorismo intensificando la normativa sui sermoni religiosi, prestare maggiore attenzione all'istruzione e alle cure sanitarie per la popolazione. Lo scorso 18 maggio un leader tribale della zona, Abdel Hamid Saad, 45 anni, appartenente alla tribù degli el Fawkhriya, è stato ucciso davanti alla sua abitazione da militanti con il volto coperto nella città di al Arish. La sua morte ha aumentato ulteriormente la diffidenza contro i militari presenti nella zona e ulteriori preoccupazione per il clima di insicurezza. Nelle scorse settimane, infine, il parlamento egiziano ha approvato l’estensione dello Stato di emergenza nel Sinai settentrionale per altri tre mesi. La decisione è stata presa dopo un incontro tra una delegazione di parlamentari e il ministro della Difesa, Sedki Sobhi. (Cae)

"In questi anni ho potuto constatare la professionalità di Nova e ho avuto modo di incontrare di persona i tanti giornalisti, giovani e motivatissimi"

Lorenzo Guerini
Ministro della Difesa
22 luglio 2021


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