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Speciale difesa: Libia, al via domani in Tunisia le riunioni del dialogo politico inter-libico

Roma, 15 lug 2016 15:45 - (Agenzia Nova) - Prendono il via domani sera a Tunisi le riunioni del dialogo politico inter-libico per risolvere la crisi in Libia. L'inviato speciale delle Nazioni Unite, Martin Kobler, cercherà di allargare la base di consenso del governo di accordo nazionale guidato dal premier designato Fayez al Sarraj. Secondo gli analisti, una delle priorità dell'incontro, che si concluderà domenica sera, 17 di luglio, sarà creare un'unica struttura militare riconosciuta in tutto il paese. "La soluzione della crisi libica passa dallo scioglimento delle milizie e dalla nascita di un esercito unitario”, ha detto Kobler in un'intervista al sito web informativo libico “al Wasat”. “Stiamo lavorando nell’ambito della sicurezza per convincere i gruppi a deporre le armi”, ha aggiunto il diplomatico tedesco dell'Onu. L'ostacolo numero uno è rappresentato dal generale Khalifa Haftar, comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale libico, braccio armato del governo libico "orientale" non riconosciuto dalla comunità internazionale. Da giorni, infatti, si tengono negoziati a Mosca e al Cairo proprio sul ruolo del generale libico Haftar. Per mesi, il premier al Sarraj ha subito pressioni per assicurare ad Haftar un posto nel futuro esercito della Libia. Quest'ultimo, tuttavia, non sembra intenzionato a cedere il suo posto di comandante supremo delle forze armate in favore del premier, come invece prevede l'accordo politico libico firmato nel dicembre 2015 a Skhirat, in Marocco. Da almeno due mesi, inoltre, Kobler sta cercando di incontrare il generale Haftar senza successo. Secondo l'inviato Onu, il comandante libico rifiuta l'incontro "sostenendo che il momento non è quello opportuno”. Finché il governo di Tripoli non riceverà il via libera del parlamento di Tobruk, il generale Haftar e il governo "orientale" guidato da Abdullah al Thani continueranno a non riconoscere al Sarraj come premier.

Kobler ha comunque aggiunto di “aver avuto colloqui costruttivi con diversi politici libici”, come i membri del Consiglio di presidenza originari di Brega che disertano le riunioni del governo di accordo nazionale di Tripoli. Ieri, inoltre, il diplomatico tedesco delle Nazioni Unite ha avuto un "eccellente incontro" con il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, "sui rispettivi ruoli di Onu e Nato e sulla possibile cooperazione in Libia". Lo stesso Stoltenberg ha annunciato lo scorso fine settimane il lancio dell'operazione marittima della Nato "Sea Guardian" nelle acque del Mediterraneo. Le navi alleate non opereranno più solo scopo di "difesa e sicurezza", ma lavoreranno a stretto contatto con l'Operazione Sophia dell'Unione europea per attività di contrasto all'immigrazione clandestina davanti alle coste libiche. “Lanceremo una nuova operazione di sicurezza marittima nel Mediterraneo. Avrà un ampio campo di applicazione, tra cui la lotta al terrorismo e il rafforzamento delle capacità. Abbiamo intenzione di lavorare a stretto contatto con l'Operazione Sophia dell'Unione europea nel Mediterraneo centrale", ha aggiunto Stoltenberg. Si tratta, nello specifico, di un aggiornamento della vecchia missione operazione "Active Endeavor", lanciata dopo gli attentati dell'11 settembre 2011 per prevenire movimenti di terroristi o traffico di armi di distruzione di massa ed in generale per la sicurezza della navigazione. Kobler ha incontrato, fra gli altri, anche il direttore generale per l'Allargamento della Commissione europea, Christian Danielsson, e il vicesegretario generale del servizio europeo di azione esterna, l’ambasciatore Maciej Popowski.

I contenuti dei colloqui non sono stati divulgati, ma è probabile che si sia parlato dei nuovi due compiti aggiuntivi di "Operazione Sophia": l'addestramento della guardia costiera libica e l'attuazione dell'embargo sulle armi dell'Onu nella acque internazionali prospicienti la Libia. Questo avverrà in diverse fasi. In un primo momento si prevede l'addestramento di un primo gruppo di persone (la cui scelta spetterà ai libici) della guardia costiera e della marina libica sulle navi dell'Ue, mentre in un secondo momento l'attività di formazione sarà attuata in uno stato membro dell'Unione o in uno stato partner. Per l'addestramento della guardia costiera direttamente in Libia si dovrà dunque attendere una fase ulteriore. Per quanto riguarda il secondo compito, invece, si è partito subito con l'attività di scambio di informazioni. Un fatto grave, tuttavia, ha avvelenato il clima in vista dei colloqui. Il ministro della Difesa del governo di accordo nazionale libico con sede a Tripoli, al Mahdi al Baraghouti, è sfuggito la sera del 13 luglio ad un attentato mentre si trovava in visita a Bengasi, capoluogo della Cirenaica e roccaforte del generale Haftar. Un’autobomba è esplosa mentre il ministro usciva dalla sede della Brigata meccanizzata 204 dell’esercito a Bengasi. La deflagrazione ha ferito un militare della Brigata, Mohammed al Safrani, e ha danneggiato diversi mezzi dei militari presenti. I fedelissimi di al Baraghouti hanno subito accusato il generale Haftar di aver tentato di uccidere il suo diretto "concorrente" alla guida delle forze armate libiche. Il comando militare di Haftar, invece, parla di un complotto dei paesi occidentali per far entrare in città le milizie islamiste e per portare il generale davanti alla Corte penale internazionale per crimini di guerra. La tensioni tra i due gruppi armati rivali non è mai stata così alta.

L'incontro di Tunisi si tiene mentre a Sirte le milizie di Misurate sono impegnate in una logorante guerra di posizione contro i combattenti dello Stato islamico (Is) trincerati in pochi chilometri quadrati nel centro della città. Il gruppo su cui fino ad oggi si è poggiata gran parte della lotta contro lo Stato islamico, infatti, contesta la strategia di al Sarraj volta a raggiungere un compromesso con il generale Khalifa Haftar, il quale non sta partecipando agli scontri in corso a Sirte. Le forze dell'operazione militare “al Bunian al Marsus” hanno subito almeno 241 morti e circa 1.400 feriti dallo scorso 12 maggio, quando è stata lanciata l’offensiva. Lo scorso 9 giugno, le forze militari leali al governo di accordo nazionale libico sono nella città costiera che si trova a circa 450 chilometri ad est di Tripoli. Tuttavia, l’avanzata di queste fazioni militari contro l’Is è stata rallentata dalla controffensiva lanciata dagli jihadisti, anche attraverso l’esplosione di autobomba e il fuoco dei cecchini. (Asc)

"In questi anni ho potuto constatare la professionalità di Nova e ho avuto modo di incontrare di persona i tanti giornalisti, giovani e motivatissimi"

Lorenzo Guerini
Ministro della Difesa
22 luglio 2021


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