SPECIALE DIFESA

 
 

Speciale difesa: Giordania, silenzio delle autorità su arresto attentatore legato a gruppo paramilitare iraniano

Amman, 07 lug 2015 15:15 - (Agenzia Nova) - La Corte penale giordana ha dichiarato in un comunicato di non voler diramare informazioni in merito al processo contro il potenziale attentatore con doppia cittadinanza iracheno-norvegese Khalid Kazem al Rubai, accusato di voler progettare un attentato nel paese per conto del Corpo delle guardie rivoluzionarie di Gerusalemme, gruppo paramilitare legato all'Iran. Lo riferisce l’agenzia di stampa giordana “Petra”, che sottolinea come le accuse contro l’imputato riguardino il possesso di materiale esplosivo e di pianificare attacchi terroristici nel paese. La notizia dell’arresto di al Rubai è stata diffusa questa mattina dal quotidiano giordano “al Rai” e ha immediatamente suscitato speculazioni in merito considerando che l’eventuale attentato compiuto da un affiliato a una delle milizie paramilitari iraniani sarebbe giunto in contemporanea con i negoziati sul nucleare iraniano in corso in queste ore a Vienna. Secondo quanto riferito dal quotidiano giordano, le autorità avrebbero arrestato al Rubai nella città di Jerash e non è ancora chiaro il luogo in cui sarebbe stato pianificato l’attentato. Al momento dell’arresto l’uomo aveva con sé almeno 45 chilogrammi di esplosivo. Per ragioni di sicurezza le autorità hanno rifiutato di fornire informazioni sulla dinamica dell’arresto. Secondo al Rai, l'indagine attuata dalle forze di sicurezza giordane è la più importante dal 2005, anno degli attentati contro i tre hotel della capitale costati 56 morti rivendicati dall'allora leader di al Qaeda nella penisola arabica e ispiratore dello Stato islamico al Zarqawi.

Da mesi le forze di sicurezza giordane hanno intensificato le misure di sicurezza in tutte le aree più sensibili della capitale in particolare hotel, ambasciate e aeroporti al fine di evitare il rischio di attacchi. Data la sua posizione geografica Amman e il resto del regno sono divenuti uno dei principali luoghi di rifugio per le popolazioni siriane ed irachene in fuga dalla guerra. Ad oggi sono oltre 2 milioni i profughi ospitati in territorio giordano. Tuttavia, nel paese sono giunti non solo famiglie che hanno perso tutto, ma anche imprenditori e finanzieri che hanno trasferito i propri beni in Giordania, investendo sia nel campo della finanza sia delle costruzioni, come dimostra il cosiddetto "Anello iracheno", il mega hotel di lusso situato nella parte occidentale della capitale realizzato da una cordata di imprenditori iracheni. I rapporti fra Giordania e Iran sono nell’ordine della normalità, tuttavia le tensioni fra Teheran e Riad per l’egemonia regionale hanno coinvolto anche Amman sul cui territorio operano diversi fra imprenditori, società e organizzazioni direttamente legate alla casa reale saudita. Il regno Hashemita appoggia la linea delle monarchie sunnite del Golfo sia in Siria che in Yemen, dove in questo momento le rivalità fra le due potenze regionali sono più accese. Tuttavia occorre notare che nonostante la fondamentale alleanza con Riad, la Giordania mantiene una sua totale autonomia nella politica estera, in particolare per quanto i rapporti con la Siria. Ad oggi Amman è uno dei pochi paesi dell’area sunnita ad aver mantenuto attiva l’ambasciata siriana e a non aver reciso completamente in contatti con il regime di Bashar al Assad che ha nell’Iran il suo principale sostenitore. (Res)
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